Chi comprerà TikTok? Amazon, Microsoft, Oracle e Musk in prima linea

L’acquisizione TikTok è diventata una priorità nel dibattito politico ed economico statunitense. Entro il 5 aprile 2025, ByteDance dovrà vendere le operazioni americane della piattaforma o affrontare un TikTok ban USA.

Il governo americano, preoccupato per la sicurezza dei dati TikTok e i legami con Pechino, spinge per una cessione forzata. Il social è oggi uno dei principali strumenti di ricerca per la Gen Z e un asset strategico per chi domina la pubblicità online.

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Chi comprerà TikTok: Amazon formalizza un’offerta strategica

Amazon TikTok è ormai più di una suggestione: il colosso dell’e-commerce ha presentato un’offerta formale, indirizzata anche a membri del governo USA.

Le azioni Amazon sono salite del 2% dopo la notizia, segno che gli investitori credono nel valore strategico dell’operazione.

Amazon aveva già tentato di imitare TikTok con Inspire, poi abbandonato. L’acquisizione servirebbe a catturare il pubblico più giovane e integrare contenuti social nello shopping online.

Acquisizione di TikTok: Microsoft torna in corsa

Dopo il tentativo fallito del 2020, Microsoft TikTok torna d’attualità. Trump stesso ha citato pubblicamente l’interesse dell’azienda.

Microsoft punta a rafforzare la propria posizione nella pubblicità digitale, andando oltre LinkedIn.

Le sue competenze su AI e cloud la rendono un candidato forte per gestire un’infrastruttura come TikTok, migliorandone anche la sicurezza dei dati.

Oracle punta sull’infrastruttura

Oracle TikTok è già una realtà parziale: l’azienda gestisce l’archiviazione dei dati degli utenti USA.

Larry Ellison potrebbe spingere per l’acquisizione completa, anche se alcune voci negano trattative attive. Trump, tuttavia, ha dichiarato che vedrebbe bene Ellison alla guida della piattaforma. Un’acquisizione di Oracle rafforzerebbe l’infrastruttura e aumenterebbe la fiducia governativa sul controllo dei dati.

Elon Musk e TikTok: suggestione o piano concreto?

Elon Musk TikTok è il binomio che agita i social. Pur non essendoci conferme ufficiali, la vicinanza tra Musk e Trump alimenta i sospetti.

Dopo l’acquisto di Twitter/X, Musk potrebbe vedere TikTok come un tassello strategico. La piattaforma ha però smentito un coinvolgimento, ma Trump non esclude la possibilità di una sua offerta futura.

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Project Liberty e l’offerta popolare per acquistare TikTok

Project Liberty TikTok, iniziativa di Frank McCourt, propone una visione radicalmente diversa: un’acquisizione partecipata tramite crowdfunding.

La proposta “The People’s Bid for TikTok” punta sulla trasparenza e sulla sovranità digitale americana, coinvolgendo cittadini e piccole imprese. Anche Perplexity AI ha formalizzato un’offerta simile. È un’alternativa agli accordi tra Big Tech e governo?

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Chi comprerà TikTok: altre offerte in corsa, da MrBeast a Blackstone

La corsa all’acquisizione TikTok non coinvolge solo i giganti del tech. MrBeast, celebre YouTuber, ha ipotizzato un’offerta in contanti per garantire la sicurezza nazionale.

L’ex Segretario al Tesoro Steven Mnuchin sta cercando investitori per comprare TikTok, mentre Tim Stokely (OnlyFans), Oracle e Blackstone si muovono in parallelo. Tre consorzi finanziari sono già attivi, secondo fonti interne.

Trump spinge per una guerra di offerte tra i big della tecnologia

Donald Trump TikTok è una variabile chiave. L’ex Presidente sostiene una “guerra di offerte” per ottenere il miglior prezzo e mantenere la piattaforma in mani americane.

La sua apertura a più acquirenti (inclusi Musk e Microsoft) accende la guerra per TikTok, che potrebbe coinvolgere nuovi attori nei prossimi giorni. Il governo è chiaro: niente proroghe oltre il 5 aprile.

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Cosa succede a TikTok dopo il 5 aprile 2025

Se nessuna offerta per TikTok verrà accettata entro la deadline, scatterà il ban TikTok USA, con ripercussioni enormi per creator, brand e inserzionisti.

La piattaforma rischia di perdere il suo mercato più redditizio.

Per le piattaforme social USA, è un’occasione per colmare il vuoto. Intanto, gli utenti americani potrebbero essere costretti a usare una versione “spenta” dell’app o a passare ad alternative come Instagram Reels e YouTube Shorts.