Come usare i Big Data con l’Intelligenza Artificiale
L’elezione del Papa vista con gli occhi della Gen Alpha
La fumata bianca, per la prima volta nella storia, è stata anche un trend digitale. Ecco il racconto della surreale serata accanto a mia figlia.
9 Maggio 2025
La prima elezione di un Papa che è diventata un trend digitale: quando ho letto questa notizia sono andato a rivedermi la data dell’elezione di Bergoglio.
Era il 2013 e credevo che tutti fossero già molto digitali, ma forse sono io che sono diventato senile, per citare Neffa.
Mi avvisano su Telegram della fumata bianca: un mio amico di Roma si lamenta che non può ascoltare La Zanzara, su Radio 24 c’è la diretta da San Pietro.
Penso subito che, da ascoltatore del podcast, non sarebbe stato un disagio. Mi sento subito molto giovane, in questo pensiero.
A ricordarmi del tempo che passa ci avrebbe pensato mia figlia, 6 anni, nel giro di pochi minuti.
Scendiamo in sala, mia moglie sta sbirciando la diretta sul PC, penso sia una migliore soluzione accendere comodamente la TV, come si faceva una volta per seguire i grandi eventi. Tutti sintonizzati su RaiPlay, habemus papam.
– Quanto ci mette a uscire?
La bambina inizia a spazientirsi. I tempi analogici vaticani le risultano incomprensibili.
Finalmente esce, il Papa è americano, lei guarda le bandiere a stelle e strisce e collega la cosa: ha senso.
– Ma tutte le altre bandiere in piazza?
– Questa è un’altra storia, poi te la spiegherò, la rassicuro.
Dopo avere ascoltato le parole in latino e l’inizio del saluto, prende il telecomando e prova a mandare avanti. Vede che non succede nulla, con grande disappunto riprova. Non succede nulla. Guarda il telecomando, guarda il Papa, guarda me: babbo, ma quanto dura?
– Non lo so, poco, credo. Ma comunque non puoi mandare avanti, è una diretta.
Mia figlia mi guarda con gli occhi sgranati, io rivedo in lei il famoso meme di Math Lady, con quell’attrice dallo sguardo perso circondata da formule matematiche.
Abituati solo allo streaming, per i membri della Generazione Alpha, è strana l’idea che non si possa disporre del tempo a proprio piacere. Per carità, un membro non fa statistica, ma conoscendo le sue amiche e i suoi amici credo che questo cluster sia molto diffuso, se non maggioritario.
Mandare avanti e mandare indietro, vedere quel che si vuole quando si vuole e dove si vuole: per noi è una comoda conquista della tecnologia dell’intrattenimento, per un bambino è la normalità.
Non c’è un tempo prima, non c’è l’idea dell’evento imperdibile da seguire ora. Perché comunque si potrà rivedere dopo, con calma.
– Perché interrompere un simpatico cartone animato? Perché lo puoi rivedere anche domani, le spiego.
Comprendo che la spiegazione è stata inutile nel momento in cui lei pensa che pure quella fumata bianca la potrebbe rivedere domani, e in effetti ha ragione.
L’urgenza della storia non le appartiene e, mi sento di dire, neanche la FOMO digitale. Il tempo è una questione privata, allargata, sempre a portata di tablet.
Lo stesso si può dire dello spot: abituata allo streaming delle piattaforme pay, mia figlia non guarda – di fatto – spot commerciali. Una riflessione che gli addetti ai lavori della comunicazione indubbiamente dovrebbero fare, in prospettiva.
Non guardare spot implica pochi desideri nella letterina di Natale: la short list di doni è sempre relativa alla trasposizione fisica di cartoni animati o sitcom viste su Netflix.
Ad esempio, il diffuso e onnipresente merchandising di Gabby’s Dollhouse. Io ricordo bene invece il bombardamento di spot a cui ero esposto a fine anni Ottanta e Novanta, che condizionava ogni richiesta verso Babbo Natale.
Se lo spot non è un concetto molto chiaro in una bimba abituata allo streaming, lo è molto di più l’intelligenza artificiale, che in Cina (ho letto) inizieranno ad insegnare in alcune scuole primarie, nel contesto di un progetto pilota.
Quando le ho mostrato Grok non mi è sembrata più di tanto sorpresa che quel sistema potesse rispondere davvero alle nostre domande.
– Cosa vuoi chiedere?
– Chiedi quanto è lontana la Cina da Venezia.
Questa è stata la sua prima, curiosa richiesta. Quale sarà il futuro della fruizione di media e AI della Gen Alpha è un terreno tutto da scoprire oltre ad essere un tema particolarmente appassionante, che meriterebbe qualche analisi in più, rispetto al fiume di parole che ogni giorno viene speso per la Gen Z.
Per sottolineare il gap generazionale, questo articolo è stato scritto senza nessun suggerimento di IA.