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I social media trend 2019 da tenere d’occhio per creatività e contenuti
8 Gennaio 2019

I dati per pensare ai brand come persone
In che modo è possibile coniugare dati e creatività sui social e in che senso gli uni dovrebbero condizionare l’altra? «Circoscrivendo l’ambito alla creatività social, i dati possono essere uno strumento efficace per costruire delle strategie e dei brief creativi più precisi e rilevanti per le le persone con cui intendiamo interagire. Burger King ha fatto un lavoro eccezionale in questi anni proprio utilizzando i dati in questa direzione. Campagne come, ad esempio, Whopper Neutrality sono il risultato di una buona idea costruita combinando i dati con la strategia di marca. Un attento ascolto della rete gli ha consentito di generare contenuti basati sulle conversazioni più calde del momento e quindi di alto interesse per le persone senza mai mettere in secondo piano i valori del brand e dei suoi prodotti. https://www.youtube.com/watch?v=ltzy5vRmN8Q In un momento in cui si parla tanto di dati, questo appena citato è un modello che mostra con esempi concreti come questi possono condizionare positivamente il pensiero creativo ed evitare che invece indichino direzioni uguali per chiunque, rendendo tutto prevedibile e razionale. Solo la creatività che mette insieme pensiero laterale, strategia di marca e sensibilità verso le persone con cui si cerca di interagire può generare dei dati nuovi, di valore. E trovo che questo sia sempre il modo migliore per avere informazioni veramente utili per avviare un nuovo ciclo iterativo e provare a fare ancora meglio».
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Verso un nuovo modo di conversare con gli utenti
Quali sono i trend di cui bisognerebbe tenere conto per il 2019? «Riguardo ai social si parla ancora tanto di video, Stories, live streaming, chatbot più evoluti, shopping, influencer marketing, augmented reality… che saranno certamente novità che faranno evolvere ancora di più il modo di comunicare dei brand e delle persone. Personalmente sono più curioso di comprendere come saremo in grado di interagire con la Generazione Z e come le marche riusciranno ad essere rilevanti nel dark social. La Generazione Z è più complessa di quanto si possa immaginare. Solo per citare due esempi basti osservare che seppur nativi digitali il 56% ignora l’adv online mentre 84% pone particolare attenzione alla comunicazione out of home e sono molto attenti nella gestione della propria privacy: il 57% non si fida di Facebook e il 78% permette solo a poche app di accedere alle informazioni relative la geolocalizzazione. (Fonte: Gen Z Digital Behavior by UNiDAYS 2018 Tech Survey) Nuovi comportamenti quindi, che si sommano con il resto ed alimentano la condivisione di contenuti attraverso canali privati, come tool e app di instant messaging (dark social) che ci obbligheranno a pensare a nuovi modelli per fare comunicazione e soprattutto nuovi strumenti per poterla misurare».