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Dall’empatia al buyer personas template, ecco come i brand possono parlare con la loro audience
16 Gennaio 2020
L’importanza di un approccio empatico
Il messaggio giusto al destinatario giusto: come è possibile raggiungere questo obiettivo? «Questo obiettivo è raggiungibile solo se si conosce la propria audience di riferimento. La missione di ogni azienda è quella di aiutare persone o altre aziende. Per farlo è necessario conoscere il pubblico a cui l’offerta si rivolge. Dobbiamo comprendere esigenze, bisogni, aspettative e desideri di ciascuna persona potenzialmente interessata alla nostra offerta. Abbiamo a disposizione tantissimi dati e informazioni per farlo. Machine learning, big data, analytics tool, Social Media, Customer Relationship Management (CRM) che possono ormai restituire una fotografia abbastanza chiara del target di riferimento. Eppure molte aziende ancora oggi non riescono a centrare questo obiettivo. La ricerca Kantar Getting Media Right di fine 2019 solo il 24% del campione di aziende a livello mondiale si dichiara sicuro di indirizzare le campagne alla giusta audience. Solo il 12% si dichiara capace di mixare diverse fonti di target. Quello che manca più spesso è un approccio empatico alla profilazione dell’audience. Comprendere l’esigenza che innesca il customer journey alla ricerca di risposte e soluzioni è di fondamentale importanza per confezionare una comunicazione pertinente ed efficace. Lo studio delle buyer personas ci aiuta a sviluppare questa facoltà. A raccogliere ed analizzare dati e informazioni per poi analizzarli in maniera empatica».
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Dalle buyer personas alla strategia
Quanto è importante individuare correttamente le buyer personas per una strategia di comunicazione di successo? «Sbagliare target di riferimento compromette tutta la strategia di comunicazione. Contenuti e messaggi sono customizzati rispetto ai bisogni delle persone a cui ci rivolgiamo. Online non possiamo più immaginare di utilizzare un approccio mainstream, dove la comunicazione viene rivolta a una quantità indistinta di persone. Dobbiamo invece essere pronti a fornire le risposte quando le persone vogliono delle soluzioni ai loro bisogni. Se non conosciamo la nostra audience non saremo in grado di intercettare queste richieste e concentrare le nostre risorse su chi può trovare nella marca e nei suoi messaggi le risposte che sta cercando. Più la risposta è personalizzata e integrata nel canale che la nostra audience sta utilizzando, più riusciamo ad accompagnare per tutto il customer journey le singole persone verso e oltre la soluzione ai loro problemi. Questo non solo si traduce in vendite per le aziende, ma anche in acquisizione di fiducia da parte dei clienti. La fiducia non è più solo un elemento che porta ad aumentare la notorietà della Marca nel medio e lungo periodo, come nel marketing classico. Acquisire trust da parte di un brand vuol dire anche poter generare advocacy, ossia trasformare clienti in testimonial spontanei ed entusiasti dell’azienda e dei suoi prodotti. Senza conoscere l’audience non riusciremo ad ottenere questi risultati». In che modo identificare le buyer personas ci aiuta a capire con quale tone of voice rivolgerci alla nostra audience? «Quando ci rivolgiamo a qualcuno che conosciamo riusciamo a comunicare in modo più diretto ed efficace. Se invece non sappiamo con chi stiamo parlando, qual è il suo stato d’animo e il suo modo di fare, sarà molto più difficile dare vita ad un dialogo comprensibile e trasparente. Studiare le buyer personas per identificare il tono di voce è assolutamente necessario, ma non sufficiente. Con lo studio delle buyer personas possiamo analizzare il linguaggio della nostra audience di riferimento. Sapere che termini vengono usati dalle persone per esprimere le proprie esigenze è essenziale per intercettare le loro richieste o per rispondere loro in modo comprensibile. Ad esempio, tempo fa mi è capitato di fornire consulenza per la realizzazione di una campagna di una marca di pneumatici. È stato immediato capire come il target di riferimento non cercasse pneumatici, ma gomme. Qui però è necessario decidere se assumere un tono di voce amichevole, adottando il linguaggio dell’audience, o usare un linguaggio istituzionale e di settore. Non è una scelta ovvia, ma è sicuramente una possibilità di cui il brand deve tenere conto. Sicuramente in un approccio inbound il tono di voce ha il compito di avvicinare le persone al brand, di aprire un dialogo con loro».