Errare è umano, allucinare è AI: i pericoli nascosti degli sbagli di ChatGPT
Reportage e nuovi trend dal Festival del Podcasting 2022
7 ascoltatori su 10 ricordano messaggi pubblicitari abbinati ai podcast
13 Ottobre 2022
- +1,8 milioni di persone ascoltano podcast in controtendenza con la news avoidance del mondo mediale
- I content creator indipendenti dell’audio sono i nuovi microinfluencer del digitale
- Il futuro del podcasting è tra rinascita dell’oralità, cryptovalute e digital marketing
Il Festival del Podcasting 2022
Il Festival del Podcasting 2022, in 6 giorni, con oltre 35 ore di streaming no stop e più di 300 partecipanti nella giornata dal vivo il Festival del Podcasting 2022 ha celebrato ancora una volta per la sua settima edizione lo strumento di content creation che negli ultimi anni ha dimostrato più vigore e capacità di sviluppo. LEGGI ANCHE: Parte il Festival del Podcasting 2022 Il più grande evento per chi ama i podcast in italia è nato con lo scopo di far incontrare centinaia di persone che hanno in comune l’amore per il podcasting per conoscersi, scambiare idee e creare collaborazioni, e la settima edizione del Festival del Podcasting, che si è svolta dal 3 all’8 Ottobre, online e in presenza a Roma e a Milano, ha coinvolto complessivamente quasi 900 partecipanti tra podcaster alle prime armi, professionisti del mondo digital audio, editori e rappresentanti delle piattaforme. 115 speaker hanno animato 16 tavole rotonde, 10 workshop, 22 interventi di approfondimento “FocusOn”, 4 talk ispirazionali, 3 podcast live, 2 presentazioni di libri e 13 interventi “Storie di podcaster”. Avendo seguito le precedenti edizioni, vale la pena scoprire quali novità e quali tendenze sono diventate rilevanti in quest’ultimo anno. LEGGI ANCHE: Il panorama italiano del Podcasting: aumentano creator, branded content e monetizzazioneI numeri e i trend
Tra i numerosi interventi, il Festival è stata la cornice per presentare da parte di Nora Schmitz gli ultimi dati della Ipsos Digital Audio Survey – Il podcast nel 2022: la qualità come strada per crescere. E abbiamo scoperto che gli ascoltatori di podcast hanno raggiunto nel 2022 circa 11,1 milioni di utenti tra i 16 e i 60 anni, con un aumento di ben 1,8 milioni rispetto all’anno precedente.
I temi
Che il podcasting sia variegato ed eterogeneo non è una novità. Da molti anni abbiamo assistito alla creazione di serie orizzontali o verticali su temi e ambiti davvero multiformi. Non solo per quanto riguarda le categorie (Storie, True Crime, News, Commedia, Sport, Cultura e Società, Formazione, Business, Tecnologia, Arte, Famiglia, etc.) ma soprattutto perché la possibilità di accesso da parte di tanti permette la creazione di contenuti tematici che afferiscono a tante categorie professionali e alle loro community di riferimento. La forza del podcast è sempre stata quella di creare engagement con comunità di interesse e di pratica, di awareness professionale attraverso l’intimità dell’ascolto e della profondità a cui può arrivare la riflessione o la chiacchierata a più voci su un determinato tema. La kermesse del Festival ha permesso di comprendere quanto alcune categorie professionali o determinati temi sociali siano molto rilevanti per far generare un “trigger” di interesse che diventa continuativo nel tempo: dalla sessualità, alla genitorialità, al food, ma anche la stand-up comedy, la psicologia, lo sport e il true crime continuano ad avere successo e a generare nuovi talenti del podcasting. Estremamente significativa, poi, la trasformazione che tante realtà media tradizionali e di brand journalism stanno dando all’informazione attraverso lo sviluppo del filone del podcasting per l’aggiornamento e il newsmaking, ma soprattutto dell’approfondimento giornalistico da parte di una “firma” che diventa a tutti gli effetti una “voce”, creando ancora più intimità e fidelizzazione con il lettore/ascoltatore. Piccola nota a margine per il mondo People&Culture aziendale: in questo Festival si sono iniziati anche a vedere progetti di HR Podcasting che hanno permesso il coinvolgimento diretto di lavoratori e collaboratori all’interno dell’organizzazione per raccontare le storie di apprendimento in azienda, per engagement su valori e contenuti di employer branding interno ed esterno, o per migliorare significativamente la comunicazione interna. Con tutta la potenza dell’audio che si fonde con una community già esistente unita dal lavoro per un brand che può animare e coinvolgere anche tutti gli stakeholder che ruotano attorno al microcosmo aziendale. Ma forse, dall’osservazione dei contenuti emersi nel Festival del Podcasting, la vera grande peculiarità di questo strumento, oltre alle sue caratteristiche di intimità, di profondità del contenuto, di ascolto in mobilità, di digital wellbeing e di autenticità, sta in due capisaldi importanti: la democraticità del mezzo, accessibile veramente a tutti (molto più che il videomaking) e l’incredibile capacità di generare community, sotto-community e network di appassionati che ruotano intorno ad un tema specifico e di nicchia. Osservare dal vivo la comunità dei podcaster che si incontra, scambia idee e attiva sinergie fa immaginare quanto l’engagement basato sulle passioni comuni, sulle comunità di pratica e professionali che possono fare knowledge sharing e sull’amore per l’emozione che possono generare le voci sia davvero potente.Il futuro del podcasting
Il 2022 è stato anche l’anno in cui in maniera sempre più chiara si sono affermate le major del mondo della distribuzione, ma anche e soprattutto sono nate e cresciute in maniera importante le realtà di produzione audio, soprattutto attraverso i modelli del branded podcast e della monetizzazione attraverso la sponsorizzazione di serie o host di successo. Ma non per questo l’attenzione verso il podcasting indipendente ha perso la sua presa. Per certi versi è come se negli ultimi anni avessimo assistito a ciò che accadeva intorno al 2008/2009 quando incominciarono a nascere i primi youtuber (tra i primi youtuber italiani ricordiamo Willwoosh, Clio MakeUp, Frank Matano e Yotobi), giovani ragazzi e ragazze che caricavano video con serialità, spinti soltanto dalla passione di fare video e dalla curiosità scaturita da questo nuovo mezzo di comunicazione. Oggi la concorrenza inizia a farsi sentire e la difficoltà nella “discovery” di contenuti nuovi e originali è limitata anche dal fatto che le piattaforme di ascolto sono tante e diversificate, al contrario della piattaforma di Mountain View. Stiamo osservando anche i primi tentativi di rendere i podcast dei “vodcast”, cercando di unire il contenuto audio a quello video, con una sorta di catch-up al contrario, quando invece in molti semplicemente riversavano i contenuti YouTube su Spotify e Apple Podcast. LEGGI ANCHE: Spotify sceglie Milano per il suo Hub internazionale Le sperimentazioni del Podcast Index, una directory aperta di podcast a cui chiunque può inviare il proprio feed RSS e che qualsiasi app può ricercare, stanno andando avanti per permettere al podcasting indipendente di sopravvivere al potere delle major che fagocitano i più piccoli ed effettuano un controllo editoriale sugli episodi uploadati. Nato dall’idea di Adam Curry, il “primo podcaster della storia”, propone ai podcaster di intraprendere il “Value for Value” model, che attraverso servizi “custodial”, permette di monetizzare autonomamente l’ascolto dei podcast prodotti attraverso le cryptovalute. E allora il futuro del podcasting sta veramente nei content creator dell’audio, che possono continuare ad alimentare una sottocultura indipendente, al di là delle logiche del digital marketing più mainstream, oltre le logiche editoriali ma anche insieme ad esse. Nell’unione sinergica di questi universi e con una competizione sana si possono disegnare i tratti di una nuova capacità di comunicare nel mondo BANI (Brittle/Fragile, Ansioso, Non lineare, Incomprensibile). Il podcasting, inoltre, può essere considerato uno strumento del futuro, in quanto riesce a generare un nuovo spazio di comunicazione, perché permette di non subire la dittatura dell’immagine. Anticamente la frattura che abbiamo osservato nella filosofia dei media era tra oralità e scrittura.