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Mai come adesso c’è bisogno di persone in grado di cambiare
Insieme a Sergio Amati di IAB Italia abbiamo dato uno sguardo al dietro le quinte della Milano Digital Week in versione online, tra nuove sfide e game changers per eventi ed entertainment
11 Giugno 2020

La sfida di un evento che diventa full digital
Qual è stata la sfida più grande di una edizione completamente digitale, rispetto a un evento che avrebbe dovuto essere live come la Milano Digital Week? «La Milano Digital Week era prevista agli inizi di marzo e abbiamo dovuto fermare tutto a pochi giorni dalla partenza. È stato uno shock enorme, come tutti ci siamo sentiti persi e senza punti di riferimento. La cosa che mi rende più orgoglioso è stata la nostra capacità di reazione. Ci siamo detti che questa era una grande opportunità per valorizzare il grande patrimonio di contenuti che avevamo raccolto e che costruire una piattaforma full digital avrebbe potuto essere la miglior risposta. La piattaforma due mesi fa non esisteva e i contenuti erano stati pensati per essere erogati in contesti fisici. Abbiamo lavorato su più fronti: da una parte costruendo un team tecnico che ha progettato sia il sito che l’infrastruttura di erogazione degli eventi live e on demand e dall’altra abbiamo trasformato una redazione e una struttura operativa – pensata per l’offline – in una squadra in grado di gestire la combinazione di contenuti e tecnologia propria di un progetto digitale. Un modo nuovo di lavorare che tutti hanno abbracciato con entusiasmo. Dall’inizio della Milano Digital Week è attiva una “war room” dove gestiamo in diretta tutti gli eventi. In questa sala operativa sono presenti sia i redattori che i producer, per reagire immediatamente in caso di modifiche all’ultimo minuto. Oltre 500 eventi online in una settimana ci rendono sicuramente la manifestazione full digital più importante in Italia prima e dopo la crisi del COVID e quindi posso dire che la sfida sia stata vinta».
I Game Changers siamo tutti noi
Chi sono i veri Game Changers oggi e in che modo il loro lavoro può incidere sulle nostre vite? «A marzo noi di IAB avevamo pensato a una conferenza durante la Milano Digital Week che avevamo chiamato “Game Changers”. Abbiamo deciso di mantenere lo stesso nome nell’edizione online perché pensiamo che mai come adesso ci sia bisogno di persone in grado di cambiare, anzi di reinventare le regole del gioco. Dalle conversazioni con grandi nomi (non cito nessuno perché sono per me tutti importantissimi) sono emersi tantissimi spunti interessanti. La capacità di adattamento e l’agilità sono sicuramente dei tratti comuni a queste persone. Si è parlato molto di “digital divide di seconda generazione” e una delle grandi sfide sarà di portare l’accesso al digitale a fasce di popolazione ancora escluse e di formare le persone all’utilizzo degli strumenti. Chi vuole cambiare le regole del gioco deve concentrarsi sugli individui, che sono anche clienti, consumatori, dipendenti e collaboratori. Abbiamo parlato molto di come cambia la customer experience: sarà una vera e propria rivoluzione che farà tantissime vittime. Ripensare i canali di comunicazione e relazione, gli spazi fisici e le organizzazioni sarà un’altra grande sfida dei prossimi mesi/anni. Lasciatemi dire però che i veri “game changers” sono gli 800 ragazzi e ragazze che hanno partecipato agli 8 hackathon dedicati agli Obiettivi Sostenibili delle Nazioni Unite. I giovani vengono spesso criticati per essere “sdraiati” ma io credo che i partecipanti agli hackathon siano uno straordinario esempio di impegno. Abbiamo avuto 120 team che hanno lavorato per 48 ore senza sosta e prodotto idee e progetti su temi come l’economia circolare, la medicina, le smart city, la parità di genere. I giovani hanno un’energia unica ed è nostra responsabilità dare loro le opportunità per poter esprimere il loro potenziale». LEGGI ANCHE: La realtà virtuale può migliorare il benessere dei detenuti
Come cambia l’entertainment e cosa aspettarci dalla tecnologia
Riguardo all’entertainment, quali sono le regole che probabilmente ci porteremo dietro da questo periodo di emergenza? «Con Maximo Ibarra, CEO di Sky, abbiamo parlato di come il mondo dell’entertainment si stia trasformando profondamente. La dimensione fisica e quella digitale, anche a causa della crisi sanitaria, si sono profondamente combinate e le persone si sono abituate a fruire di contenuti in modalità differenti. Il grande salto che ci ha fatto fare il COVID a mio parere è stato di rendere concrete cose che prima erano solo keyword. Ad esempio, la parola “phygital” che ci è stata propinata per anni da società di consulenza ora diventa tangibile. La combinazione fisico / digitale è ora parte della nostra esperienza quotidiana e chi si occupa di entertainment dovrà adattare sistemi, contenuti, processi per migliorare sempre più questa esperienza. Lo sport ad esempio, dove il distanziamento sociale avrà un impatto fortissimo, dovrà trovare sistemi per far vivere da casa o da mobile una esperienza sempre più intensa. Siamo solo all’inizio di questo processo di trasformazione e sono sicuro che vedremo enormi innovazioni in questo campo».