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La soluzione al Dilemma: come proteggerci dai social?
Il celebre docu-drama offre tante domande ma poche risposte. Ecco alcuni consigli e strumenti concreti per aiutarti a ridurre i problemi causati dai social
12 Ottobre 2020
- The Social Dilemma è un docu-drama che ha riportato l’attenzione sul tema degli effetti negativi dei social network, utilizzando strumenti anche poco leciti ma riuscendo a far arrivare il messaggio anche a chi non ne era a conoscenza.
- Un pezzo della soluzione al dilemma infatti è esserne consapevoli: conoscere le tecniche e le modalità con cui gli algoritmi “ci controllano” ci aiuta a farci influenzare di meno.
- Inoltre ci sono 5 ottimi strumenti per proteggerci dagli effetti più negativi dei social network, anche senza arrivare a eliminare il proprio account, che nel film non trovano abbastanza spazio.

Quanto fanno male i social network?


La soluzione al dilemma: conoscere per proteggersi
È innegabile che i social network possono fare male, ed è vero che sfruttano meccanismi del nostro cervello volti a creare una sorta di “dipendenza”. Il modello di business basato sulla pubblicità non avrà forse come prodotto noi come persone, ma certamente la nostra attenzione sì. Il vero pericolo però, la situazione in cui gli effetti di quanto sopra possono essere più devastanti, è quella in cui noi ne siamo all’oscuro. Quanto più siamo ignoranti nei confronti del funzionamento “tecnico” dell’algoritmo che decide cosa mostrarci, quanto più rischieremo di cadere nelle trappole che il film ci mostra:- Credere che tutti la pensino come noi;
- Vedere solo un lato della verità;
- Condizionare l’idea stessa del nostro valore, di ciò che è vero e ciò che non lo è.
5 cose che puoi fare subito per riprendere il controllo dei tuoi social
1. Non cancellarti dai social se non senti che sia la cosa giusta per te
Prendi però consapevolezza del problema, e aiuta altri a fare lo stesso. Una delle principali “call to action” del film è proprio questa: “contribuisci alla conversazione“. Andando a visitare il sito suggerito alla fine dei titoli di coda (sì, lo hanno messo proprio nascosto) ci si trova in un’interessante lettura. Vengono forniti strumenti per alimentare la conversazione, come un gioco virtuale o delle guide per le discussioni. Consigli per riprendersi il proprio “spazio digitale” e strumenti utili. Persino un plug-in del browser (Ad Observer) per condividere con i ricercatori gli annunci che vedi sui social media e contribuire ad esporre le tecniche di micro-targeting e responsabilizzare gli inserzionisti.2. Fai pulizia (“decluttering“)
Letteralmente significa “selezionare degli oggetti inutili, che non usiamo più per poi cederli o barattarli, così da guadagnare spazio in casa“, ma è un concetto applicabile ad ogni ambito della vita, inclusi i social. Uno dei primi metodi che si possono seguire è quello di disattivare le notifiche, soprattutto tutte quelle che non ci avvisano di qualcosa di urgente. Hai davvero bisogno di una notifica che ti interrompa mentre lavori o studi per comunicarti che qualcuno ti ha lasciato un cuore su Instagram? Ecco, no. Giocando con le impostazioni è possibile riacquisire in buona parte il controllo. Come dice uno dei protagonisti di The Social Dilemma, disattivare le notifiche è una buona idea “per lo stesso motivo per cui non giri con dei biscottini in tasca”.3. Insegna agli algoritmi ciò che ti interessa, e non lasciare MAI che siano loro a scegliere per te
Questo è uno dei consigli più intelligenti che ho trovato. Gli algoritmi dei social (e non solo) funzionano secondo un modello predittivo in base alle tue scelte precedenti. Non è cattiveria, non c’è nessuno stalker, ma ogni volta che clicchi sul “video suggerito” alla fine di quello che stavi guardando su YouTube non fai altro che contribuire alla targettizzazione che una macchina sta facendo di te. Non cascarci! Ci sono anche delle estensioni per Chrome che bloccano questo genere di distrazione. Lo stesso discorso vale ad esempio per Facebook: puoi “superare” la volontà dell’algoritmo, che ti mostra ciò che lui pensa sia interessante per te, andando sulle pagine e le persone che segui e di cui vuoi ricevere prioritariamente gli aggiornamenti, cliccando su “segui” e poi su “mostra per primi”. Così sarai tu a scegliere sempre di più il tuo feed.4. Limita il tempo che trascorri sui social. Ma per poterlo fare, devi rendertene conto
Dobbiamo iniziare a esercitare la nostra volontà quando si tratta di social media, come decidere di non dedicarvi più di un tot di minuti al giorno, ma a volte la volontà da sola non basta. Ti è mai capitato di andare in bagno con lo smartphone in mano e….puff, la successiva cosa che sai è che è passata mezz’ora e tu sei ancora lì seduto? Ecco. Per evitare tutto questo e “addestrare” il nostro cervello al giusto mindset possono essere utili app come YourHour: puoi partecipare alle sfide (ad esempio, sai stare 4 ore senza telefono?), visualizzare report delle tue attività, identificare il tuo livello di dipendenza, utilizzare un timer che ti segnali quando superi certi parametri o addirittura blocchi completamente l’utilizzo. Lo trovi estremo? Non lo è. Come ogni dipendenza servono strumenti seri per interromperla. E come spiega The Social Dilemma, anche se ti sembra non sia così, quella dei social è una vera e propria dipendenza perché sono stati strutturati per attivare le stesse aree del cervello!5. Segui persone con cui non sei d’accordo
Ti senti di far parte di un certo partito politico, credo religioso o altro argomento “polarizzante”? Ottimo. Fai uno sforzo deliberato e inizia a seguire almeno 5 persone o organizzazioni che appartengono alla fazione opposta. Potrà sembrarti frustrante in principio, ma leggere opinioni divergenti ti allenerà alla pazienza e alla comprensione di argomentazioni differenti. Soprattutto però eviterà che si crei la pericolosissima “bolla” per cui, come spiegano in The Social Dilemma, chi si dimostra interessato al fatto che la terra sia piatta comincia a vedere intorno a sé solo persone che la pensano allo stesso modo, convincendosi che quella sia la verità.6. Fai la tua parte
Infine, se sei un professionista che lavora con i social media, un designer, un IT guy che progetta siti ed app che devono catturare l’attenzione dell’utente, un giornalista o similare…ricordati che è anche compito tuo fare scelte etiche. Ogni volta che scrivi un titolo clickbaiting, che ti inventi un modo per richiamare l’attenzione, che scegli un utilizzo che ti pare poco etico del tempo dell’utente online, fermati e rifletti. È davvero così che deve andare? C’è una soluzione migliore? Quale? Puoi rifarti per esempio all’Ethical Design Manifesto.