Daily Brief – Mercoledì 11 dicembre 2024
Dalle macerie del muro al marketing della Ostalgie: Berlino 30 anni dopo
Del muro di Berlino salviamo solo il marketing, dai calcinacci venduti come souvenir ai giri in Trabant. Passi la nostalgia come business, purché rimanga la memoria storica
9 Novembre 2019
Quella differenza tra muri che non vogliono raccontarvi
Leggendo i giornali e ascoltando i commentatori oggi sentirete sicuramente più o meno questa sciocchezza: “A Berlino il muro è caduto ma ci sono muri ancora oggi, ad esempio quello di Trump al confine col Messico”. Arrabbiatevi, twittate, commentate, difendete la verità storica: i muri esistono da quando esiste l’uomo. Dalle staccionate dei villaggi, alle mura medievali, passando per le mura della propria abitazione. La funzione delle mura è sempre stata una e una sola: proteggersi dagli altri là fuori che potrebbero attaccarci, danneggiarci, avere brutte intenzioni. La funzione del muro di Berlino era un’altra: nel 1961 quel maledetto serpentone di cemento venne costruito non per proteggersi dagli altri, ma per impedire la fuga della propria gente.
Un giro con la Trabi
Trent’anni dopo Berlino si sveglia con un revisionismo turistico della storia, che sposa narrazione fattuale e mercato. Show business e didattica, uno di quei matrimoni divertenti, a cui si va volentieri. Ci volevano ben 18 anni per avete una Trabant: i genitori la ordinavano alla nascita del figlio e la vedevano consegnata alla sua maggiore età, di un colore a caso. Era quello il lasso di tempo impiegato dall’industria pesante della Repubblica Democratica Tedesca per costruire le proprie autovetture, tutte uguali.
Chi controlla i controllori?
I musei sono luoghi dove si radunano cose provenienti da fuori, da lontano o dal territorio. Oppure sono case di artisti o politici, consacrati alla storia. Il museo della STASI a Berlino è invece un ufficio. Tutto è rimasto come allora, pure la signora che serve il tè alla caffetteria all’entrata, con le tovagliette fatte all’uncinetto sui tavolini. Dicono che gli appartamenti a Berlino Est siano diventati cool, dopo che le camionette bianche della polizia segreta della DDR non passano più caricando dissidenti politici e facinorosi, per un viaggio senza ritorno. Gli uffici sono diventati un luna park storico a uso e consumo di visitatori che amano fotografarsi sulla scrivania dei burocrati comunisti, tra le macchine da scrivere, gli schedari polverosi e i gadget delle spie. Insomma, un turismo un po’ élite culturale un po’ cosplay.
La Ostalgie come tendenza
Tutti quelli di voi che hanno passeggiato per Berlino si saranno chiesti se i frammenti di muro in vendita sono reali o sono solo banali calcinacci. Nel dubbio ne avrete preso anche voi un pezzo. Magari dopo una sosta in uno dei mille locali a tema guerra fredda che spopolano nella capitale. Dunque, è vera Ostalgie? Il marketing della nostalgia della DDR è probabilmente l’unica parte buona di questa (brutta) storia: la tragedia si esorcizza e diventa mercato. Nessuno sano di mente tornerebbe mai a quegli anni, eppure l’atmosfera di Berlino Est è più “esotica” di quella di Berlino Ovest, a noi occidentali tanto familiare.
