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Caso Soundreef. SIAE dice che non c’entra, ma per sbaglio (forse) ci dà una prova
Abbiamo fatto un secondo fact checking. È certo che ci sia un dominio SIAE dietro il blog di hater di Soundreef, e indirettamente lo abbiamo scoperto anche grazie a loro
19 Febbraio 2018
Punto 1 / La relazione tra D’Anews e SIAE
Partiamo dal dato più importante, la relazione tra il blog D’Anews e SIAE. Partendo dal dubbio di alcuni utenti sul fatto che il nostro screenshot, effettuato eseguendo la procedura di recupero password, non contenesse alcun simbolo @ e quindi non si trattasse di un indirizzo email collegato a SIAE, abbiamo svolto le nostre ulteriori verifiche. Anche nella nostra registrazione di un account con un indirizzo legato al sito al sito ninjamarketing.it, non compare nessun @. Eppure quello è proprio il nostro indirizzo email di riferimento.

Ci sono uno o più mandatari SIAE dietro gli account anonimi
Per una ulteriore verifica abbiamo contattato al telefono direttamente l’ufficio stampa di SIAE, chiedendo una dichiarazione. siamo stati quindi ricontattatati dopo poche ore dal Direttore Marketing e Comunicazione di SIAE, Mario Andrea Ettorre, e abbiamo così appreso un elemento in più. Durante la nostra chiacchierata telefonica lui stesso ha ammesso che, sebbene non si tratti di persone direttamente collegabili agli uffici centrali SIAE, o meglio nessun dipendente dell’Ufficio Comunicazione, l’indirizzo che vi abbiamo mostrato potrebbe essere quello di un mandatario SIAE, appassionato dei temi legati al suo lavoro, che ha pensato di proporli online tramite un blog e tramite Twitter. Ad ogni modo, tiene a specificare il manager e già dirigente del Ministero dei Beni Culturali: «Non abbiamo alcuna relazione. Dietro i tweet non ci sono account fake ma persone». Persone, appunto. E indirettamente abbiamo avuto una conferma: l’indirizzo email di uno dei gestori del sito D’Anews potrebbe terminare senza margine di errore con @mandatarie.siae.it, così come terminano gli indirizzi email di sedi locali dell’ente.
Lavorano per conto della SIAE ma non devono rendere conto
Nessun segreto dunque, ma neanche nessuna volontà di indagare oltre da parte della Società, sembra. Anche perché non si tratta di un caso imbarazzante come quello del mandatario di Stradella, che lo scorso dicembre costrinse SIAE a dissociarsi dall’annuncio sessista che recitava: “Cercasi impiegata di bella presenza per tirocinio garanzia giovani agenzia mandataria Siae Stradella. Durata 6 mesi più proroghe, part time 20 ore settimanali, retribuzione 400 euro mensili. La tirocinante si occuperà di mansioni di front office allo sportello di contatto con il pubblico”. Stavolta, invece, si tratterebbe di persone che portano avanti le proprie passioni e lo fanno difendendo le ragioni di SIAE contro Soundreef, o meglio contro Lea. «La strategia di SIAE – sottolinea Ettorre – è cominciare a non rispondere più a Soundreef, o meglio a Lea, ma proporre un’inversione di strategia comunicativa come successo ad esempio con casa SIAE a Sanremo».Punto 2 / Perché non abbiamo divulgato il nome dell nostro contatto
E fin qui, la posizione di SIAE. Ora veniamo alle ultime accuse rivolte, invece, a Ninja Marketing, per non aver divulgato la fonte di Soundreef da cui abbiamo ricevuto le segnalazioni che hanno dato il via alla nostra inchiesta. I nostri articoli, come normale in una redazione, passano attraverso diverse mani di revisioni e, in ultimo, del direttore e possono subire modifiche e cambiamenti. Nell’ultima versione dell’articolo è stato quindi eliminato il riferimento diretto al contatto di Soundreef che ci aveva inviato la segnalazione, pur lasciando in chiaro che la fonte fosse proprio l’ex startup. Ora, l’accusa rivolta, ancora una volta da D’Anews attraverso l’account Twitter, è stata di aver voluto coprire il rapporto diretto tra il nostro contatto Federico Camici (Communication & Social Media Manager di Soundreef) e Lea, di cui è tra i soci fondatori. Perché lo avevamo rimosso? Perché era comunque irrilevante, nel momento in cui, comunque, abbiamo più volte specificato che la nostra fonte fosse interna a Soundreef. Se è ovvio che Soundreef o Lea avessero interesse a far emergere questa vicenda, è altrettanto ovvio che una redazione possa vedere in quella stessa vicenda una storia che trova spazio per essere raccontata. Senza accanimento e lasciando sempre il beneficio del dubbio laddove non possono esserci conferme ufficiali, abbiamo cercato di raccontare questa storia in modo equilibrato. LEGGI ANCHE: Perché il vero problema della SIAE non sono i fake dei dipendenti né Soundreef