6 cose che stai sbagliando nell’ottimizzazione dei contenuti sul tuo sito web
Come usare i chatbot basati sull’intelligenza artificiale per la SEO
Perché utilizzare un AI chatbot nella tua strategia SEO
4 Luglio 2024
Nell’ultimo anno l’utilizzo degli AI chatbot (o IA bot), gli assistenti virtuali basati sull’intelligenza artificiale, ha registrato un’impennata senza precedenti. Non ci riferiamo solamente al chatbot ChatGPT di OpenAI, ma a molteplici software in grado di elaborare conversazioni umane che permettono agli utenti di interagire tramite il loro pc o il loro smartphone.
Le opportunità che derivano dall’utilizzo di questa nuova tecnologia stanno cambiando radicalmente il modo con cui cerchiamo le informazioni online. La possibilità di porre domande in un linguaggio “umano” e di ricevere una risposta semplice e chiara, che simula una conversazione umana, apre le porte a una modalità di fruizione delle informazioni prima impensabile.
A ciò si aggiungono i vantaggi che possono derivare sul piano professionale da un corretto utilizzo degli AI chatbot. Pensiamo all’utilizzo della generative AI nel digital marketing, come ad esempio: l’automazione delle campagne pubblicitarie, la personalizzazione delle comunicazioni con i clienti e l’analisi dei dati, con cui è possibile ottenere insight preziosi e ottimizzare una strategia di sviluppo commerciale.
Entro il 2027 i chatbot diventeranno il principale canale di assistenza clienti per circa un quarto delle organizzazioni – Gartner
Probabilmente, a volte senza accorgercene, ciascuno di noi ha già utilizzato un artificial intelligence chatbot: mentre cercavamo un prodotto online o si apriva una finestra di assistenza su un sito web. Gli assistenti digitali sono ormai entrati nella vita di tutti i giorni e ci permettono, spesso inconsapevolmente, di organizzare e gestire al meglio le nostre attività quotidiane.
LEGGI ANCHE: Chatbot: numeri e diffusione in Italia
Che cosa si intende con il termine chatbot AI
Con il termine chatbot AI (o chatterbot) si identificano tutti quei programmi che utilizzano l’intelligenza artificiale per simulare conversazioni umane. Grazie a tecnologie come il machine learning (ML) e l’elaborazione del linguaggio naturale (NLP, Natural Language Processing), possono comprendere e rispondere a domande complesse, offrendo un’assistenza personalizzata agli utenti. Ad esempio, un assistente virtuale può guidare un cliente nella scelta di un prodotto, rispondere a domande frequenti o persino risolvere problemi tecnici.

Prendendo come riferimento la definizione di “chatbot” data da IBM, possiamo definirli come programmi che simulano una conversazione umana con un utente.
Un chatbot è un programma informatico che simula la conversazione umana con un utente finale. Non tutti i chatbot sono dotati di AI ma i chatbot moderni utilizzano sempre più le tecniche di AI conversazionale come l’elaborazione del linguaggio naturale (NLP) per comprendere le domande degli utenti e automatizzare le risposte – IBM
Ma attenzione, non tutti gli assistenti virtuali sono uguali, scopriamo insieme le principali tipologie.
LEGGI ANCHE: Google Bard arriva in Italia: ecco tutte le novità del chatbot AI
Quali sono le principali tipologie di chatbot
Gli assistenti virtuali sono strumenti potenti che possono essere utilizzati per migliorare l’efficienza e l’interazione con gli utenti in vari contesti.

Ecco una panoramica delle diverse tipologie esistenti e delle loro principali applicazioni:
- Chatbot basati su regole (Click bot). Sono basati su percorsi di conversazione predefiniti: seguono domande e risposte stabilite in anticipo. Se l’utente esce da questi percorsi, il programma non può rispondere. Tuttavia, sono rapidamente implementabili e a basso costo. L’uso di formati multimediali come immagini, GIF, audio e video può migliorare la loro versatilità e rendere più coinvolgente l’interazione con gli utenti.
- Chatbot dichiarativi. Progettati per eseguire funzioni specifiche, utilizzano regole, NLP e un minimo di ML (Machine Learning), per rispondere in modo automatizzato ma colloquiale. Sono ideali per funzioni di assistenza e servizio, come la generazione di FAQ interattive, e permettono di rispondere alle domande più frequenti che vengono poste dagli utenti in uno specifico contesto. Pur avendo capacità basilari, l’uso di NLP rende l’esperienza utente semplice e diretta.
- Chatbot conversazionali. Conosciuti anche come assistenti virtuali o digitali, sono molto sofisticati e personalizzati. Utilizzano NLU (Natural-language understanding), NLP e ML per comprendere il contesto e personalizzare le risposte. Imparano dai comportamenti degli utenti per fornire raccomandazioni e anticipare le esigenze. Esempi noti includono Siri di Apple e Alexa di Amazon, che offrono interazioni intelligenti e personalizzate.
- Chatbot basati su AI generativa. Questi software vanno oltre la semplice generazione di risposte umane, creando nuovi contenuti come testo, immagini e suoni di alta qualità basati su modelli di linguaggio avanzati (LLM, Large language model). Forniscono risposte accurate offrendo un livello superiore di interattività e utilità. Possono generare output dettagliati e multimediali, migliorando l’efficacia e l’engagement delle interazioni.
ChatGPT si classifica come il chatbot AI più utilizzato negli Stati Uniti con una quota del 19% di americani che lo hanno utilizzato negli ultimi 3 mesi, seguito da Bing (6%) e Bard (4%) – Consumer Reports
Sta per arrivare l’Apple AI, lo sapevi? Presto debutterà sui principali dispositivi della multinazionale di Cupertino, inclusi Mac, iPhone e iPad, migliorando le funzionalità e aggiungendone di nuove. Un esempio? Si potranno trascrivere memo vocali, ritoccare le foto e fare ricerche molto più accurate. Inoltre, le modifiche coinvolgeranno anche Siri, l’assistente virtuale di Apple, che verrà potenziato e avrà una voce più naturale.
LEGGI ANCHE: Il chatbot AI di Apple, la partnership tra Meta e Microsoft
Come usare un chatbot AI nella SEO

L’integrazione dell’intelligenza artificiale (IA) nelle strategie di ottimizzazione dei motori di ricerca (SEO) sta diventando sempre più diffusa, offrendo una vasta gamma di strumenti e funzionalità per migliorare l’efficacia delle attività di marketing online. Per sfruttare appieno queste opportunità, un Corso in AI & SEO può fornire le competenze necessarie per applicare l’IA in modo strategico e ottenere risultati concreti nelle attività di posizionamento sui motori di ricerca.

Ecco alcuni modi in cui i chatbot AI, come ad esempio ChatGPT, possono essere utilizzati per ottimizzare la SEO e migliorare le prestazioni complessive di un web:
- Analisi delle parole chiave. Possono essere impiegati per analizzare e categorizzare le keyword in base agli interessi specifici degli utenti. Questo aiuta a organizzare i contenuti del sito web in modo più efficace e a migliorare la struttura interna delle pagine. Ad esempio, un’azienda che vende scarpe da corsa potrebbe utilizzare un chatbot AI per identificare e classificare le keyword correlate alla corsa, come “scarpe da corsa leggere”, “scarpe da trail running” e “scarpe da maratona”.
- Ottimizzazione di Title e Meta Description. Possiamo usare un assistente virtuale per generare e ottimizzare automaticamente i Title Tag e le Meta Description delle pagine web, migliorando il posizionamento nei motori di ricerca e aumentando il tasso di clic. Ad esempio, un bot alimentato da IA potrebbe analizzare il contenuto di una pagina e suggerire un Title Tag e una Meta Description ottimizzati per la query di ricerca desiderata.
- Creazione di contenuti. Possiamo creare nuovi contenuti per il blog aziendale, riformulare i testi già online per risolvere eventuali problemi di duplicazione e generare in automatico le FAQ.
LEGGI ANCHE: Come utilizzare l’intelligenza artificiale per la tua content strategy
- Creazione di dati strutturati. Gli artificial intelligence chatbot possono essere utilizzati per generare dati strutturati, in JSON o microdati, aumentando le possibilità di ottenere risultati avanzati all’interno della Ricerca Google. Ad esempio, un bot AI potrebbe analizzare il contenuto di una pagina e suggerire i dati strutturati più appropriati da includere al suo interno per migliorarne la visibilità nei risultati di ricerca.
- Scrittura delle direttive robots.txt e creazione di hreflang tag. Un assistente virtuale conversazionale può essere impiegato per generare direttive robots.txt, necessarie per risparmiare crawl budget, evitando che Googlebot scansioni specifiche sezioni o pagine del sito. Inoltre, può essere utilizzato per generare Hreflang tag, indispensabili per la gestione dei siti web internazionali, migliorando la geolocalizzazione e l’indicizzazione del sito web su diverse versioni linguistiche.
- Estrazione e analisi dei dati. Possiamo usare un chatbot AI per generare regole di scraping necessarie per l’estrazione di alcuni elementi del sito o per generare RegEX, le regole utilizzate per filtrare report o dati. Queste funzionalità aiutano a semplificare e automatizzare il processo di analisi e reporting, fornendo informazioni utili per ottimizzare la propria strategia SEO.
LEGGI ANCHE: Come costruire una strategia SEO partendo da zero
La rapida diffusione dell’intelligenza artificiale ha portato i principali motori di ricerca a introdurre nuove funzionalità in grado di dare risposte più dirette e conversazionali agli utenti. L’intelligenza artificiale generativa e i chatbot hanno infatti velocizzato l’introduzione di nuove modalità di ricerca più conversazionali. Un chiaro esempio è dato da Google SGE, l’esperimento di Google che permette di usare l’AI durante una ricerca tradizionale.
Si prevede che il volume dei motori di ricerca tradizionali diminuirà del 25% entro il 2026 a causa dell’utilizzo di IA chatbot e di altri agenti virtuali – Gartner
In futuro, i motori di ricerca, per come li intendiamo oggi, probabilmente non esisteranno più, ma verranno sostituiti, o aggiornati, dai risultati derivanti dall’unione tra chatbot e AI.