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  • AI e copyright: come cambiano i contratti dei creator per proteggere brand e contenuti

    25 Marzo 2025

    L’uso crescente dell’intelligenza artificiale generativa nel marketing sta spingendo i brand a rivedere i contratti con i creator. L’obiettivo? Gestire in anticipo i rischi legali legati a AI e copyright, evitando problemi di proprietà intellettuale e contenuti non utilizzabili a fini commerciali.

    Uno dei motivi principali è che i contenuti generati con AI non sono protetti da copyright, perché mancano dell’autorialità umana.

    Questo vuol dire che un’immagine, un testo o un video creati con tool come ChatGPT o Stable Diffusion potrebbero non appartenere né al creator né al brand che li utilizza.

    I rischi legali dell’uso di AI nei contenuti dei creator

    Secondo l’avvocata Yelena Ambartsumian, specializzata in proprietà intellettuale, “gli output dell’AI generativa non sono copyrightable”.

    Inoltre, se l’AI è stata addestrata su materiale protetto, ogni contenuto generato può potenzialmente violare il copyright, esponendo brand e influencer a contenziosi legali.

    Le clausole nei contratti per influencer cambiano

    Molti brand hanno iniziato a inserire nei contratti per influencer delle clausole che vietano l’uso dell’AI nei contenuti sponsorizzati, senza un’autorizzazione scritta.

    Secondo Open Influence, queste richieste sono aumentate di oltre il 30% nei nuovi accordi stipulati nel 2024.

    AI generativa e influencer marketing: serve trasparenza

    Secondo una ricerca PMG di febbraio 2025, quasi il 50% dei creator utilizza strumenti AI per scrivere testi, generare idee o modificare immagini. Ma pochi sono trasparenti sul come e quando usano questi tool. Ecco perché la trasparenza diventa un elemento chiave di fiducia tra brand, agenzia e creator.

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    Molte aziende stanno aggiungendo nei contratti clausole legali AI che richiedono ai creator di dichiarare se e come hanno usato strumenti di intelligenza artificiale.

    Non basta più dire se un contenuto è stato generato da AI, ora si chiede anche dove e come l’AI è intervenuta nel processo creativo.

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    Esempi di clausole nei contratti contro l’uso non dichiarato dell’AI

    Tra le clausole più comuni troviamo:

    • “È vietato l’utilizzo di AI nei contenuti senza consenso scritto.”
    • “Il creator dichiara che i contenuti sono frutto del proprio lavoro.”
    • “Qualsiasi utilizzo di ChatGPT, Stable Diffusion o altri strumenti AI deve essere documentato.”
      Queste clausole puntano a prevenire i rischi legali AI generativa e a garantire che il contenuto sia pienamente utilizzabile.

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    Se un contenuto creato con AI viola il copyright, il brand può essere considerato legalmente responsabile, anche se ha semplicemente pubblicato l’opera. Inoltre, alcuni strumenti AI prevedono che i diritti commerciali restino alla piattaforma.

    Questo rende fondamentale avere contratti chiari e aggiornati.

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    Verso una regolamentazione più chiara dell’AI nei contratti

    In assenza di una normativa ufficiale, i brand stanno adottando strategie contrattuali per prevenire i problemi legati a AI e copyright. Il trend è chiaro: l’uso dell’AI va dichiarato, regolato e inserito in modo trasparente nei contratti.

    Solo così si potrà continuare a innovare senza compromettere la sicurezza legale dei contenuti.

    Executive Master
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    #AI