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Abbiamo visitato la mostra di Banksy al Mudec di Milano (e vi raccontiamo perché vale la pena andarci)
A Visual Protest. The art of Banksy, la mostra dedicata allo street artist inglese resterà aperta fino al 14 aprile
10 Dicembre 2018

Chi è Banksy
Personaggio contraddittorio, Banksy è impossibile da ignorare. Non conosciamo davvero la sua identità, eppure il suo nome d’arte è sulla bocca di tutti. Dal punto di vista artistico, ha rivoluzionato e portato sotto le luci dei riflettori la street art. È riuscito ad alimentare il dibattito intorno a questa forma d’arte senza esserne l’esponente più talentoso e neppure il primo ad utilizzarla. Se tanti oggi sanno cosa sia uno stencil oppure un graffito certamente parte del merito è suo.
L’invisibilità
Banksy ha costruito la sua popolarità sull’invisibilità, facendone uno strumento per sottrarsi e sfuggire al controllo. Ancora oggi, nessuno sa chi sia esattamente e quale volto abbia, eppure è uno degli artisti più noti di sempre. Lo street artist inglese, quasi certamente originario di Bristol, è diventato celebre per le sue opere dal forte contenuto satirico, che raccontano in modo critico la società e che trattano in particolare di politica, cultura ed etica. Non avendo informazioni certe su di lui, Gianni Mercurio apre la mostra, che raccoglie circa 80 lavori tra dipinti, print numerati, oggetti, fotografie e video, con una stanza in cui inizia a ripercorrere le origini del movimento all’interno del quale si muove l’artista.Street artist famosi e dove trovarli: l’evoluzione del movimento
Il giallo del mondo industriale e metropolitano ci accompagna nella sezione introduttiva.

La protesta
“Protesto dunque sono”, questo il credo di Banksy, ben rappresentato nelle sue opere. Il tema della protesta emerge come ribellione che parte dalla strada contro il potere che esercita la sua egemonia culturale attraverso la televisione, il cinema, la pubblicità, le chiese, le scuole e persino i musei.
I topi di Banksy
Nelle opere di Banksy i topi rappresentano una metafora. Vengono associati ai graffittari perchè come loro questi si muovono nell’ombra, popolando fogne e luoghi degradati. “I ratti esistono senza permesso” ha dichiarato l’artista. “Sono odiati, braccati e perseguitati. Vivono in una tranquilla disperazione nella sporcizia. Eppure sono in grado di mettere in ginocchio l’intera civiltà.”
Credits: Artificial Gallery, Antwerp
La guerra
La guerra è un altro tema ricorrente nelle opere di Banksy. La sua è una battaglia culturale contro la guerra stessa e le logiche che la producono, che passa attraverso opere diventate vere e proprie icone del nostro tempo.

Il consumismo
Altre grande obiettivo della critica di Banksy è il mercato dell’arte, oltre che i suoi consumatori, colpevoli secondo l’artista di non avere capacità critica, e di non essere quindi in grado di capire davvero il valore delle opere che vanno ad acquistare.

La musica
Non solo arte. La mostra di Gianni Mercurio porta alla luce un’ aspetto di Banksy spesso trascurato. Nel corso della sua carriera l’artista si è infatti anche cimentato nella produzione di cover di vinili e cd per importanti gruppi artistici musicali contemporanei. LEGGI ANCHE: Street art e moda, l’arte surreale di Natalia Rak per Medicine Le copertine in mostra, circa 60, spaziano dalla musica elettronica sperimentale all’hip hop, dai grandi gruppi musicali che sono sulla scema internazionale dell’elettronica come i Durty Funker, al British hip-hop di Blak Twang, fino ai dischi dei Blur e di Paris Hilton.
Oltre l’arte: The Walled Off Hotel e Dismaland
Nell’ultima sala, poco prima di immergerci in uno spazio multimediale che chiude il percorso raccontando i luoghi del mondo in cui Banksy ha operato, troviamo i memorabilia di e sull’artista. Litografie, foyer promozionali, cartoline, fanzine, magazine e giornali vari, cartoline e biglietti raccontano i maniera insolita e poco vista la storia di Banksy e del suo mondo.

Cosa ci lascia la mostra di Banksy a Milano
La mostra di Gianni Mercurio ripercorre con fedeltà e precisione il lavoro di uno degli artisti più misteriosi ed insieme conosciuti del nostro tempo, restituendo un ritratto fedele, che forse non aggiunge niente a chi Banksy già lo conosce ma che certamente affascina tutti i visitatori. LEGGI ANCHE: La rivoluzione dello street style ha contagiato tutti (e alcuni brand hanno sfruttato bene il trend) Il fatto però che per la prima volta si sia portato il suo lavoro all’interno di una sede istituzionale come il Mudec è comunque da considerare un successo. Nessun altra città italiana avrebbe forse potuto dare risalto ad una mostra del genere, accogliendo così tanti visitatori. “La rassegna” afferma il sindaco di Milano Beppe Sala “è un incontro con il più celebre street artist del momento e non mancherà di attirare il pubblico italiano e internazionale: un’occasione che Milano offre a tutti per capire la contemporaneità globale andando oltre i cliché.”