Daily Brief – Giovedì 31 ottobre 2024
Black Friday online: 3 strategie per aumentare le vendite
Queste strategie possono fungere da volano per gli acquisti in ogni periodo dell'anno
19 Novembre 2021

Strategie da portare nel Black Friday online: i prodotti Doorbuster
I consumatori del Black Friday online e fisico sono notoriamente attratti da alcuni rivenditori in particolare grazie a offerte davvero convenienti e spettacolari, oppure particolarmente pubblicizzate: mega televisori a schermo piatto, costosi videogiochi a metà prezzo e così via. Queste offerte vengono chiamate “Doorbusters“. Per chi le mette in atto, questi articoli tanto convenienti sono quasi sempre dei “loss leader“: prodotti che vengono venduti senza margine di guadagno (o addirittura in perdita) per attirare i clienti. L’efficacia dell’offerta è dimostrata dal fatto che le persone sono ormai abituate a confrontare i prezzi di acquisto tra i vari rivenditori e scegliere il più conveniente. Una volta “attirati in negozio”, però, il profitto viene generato attraverso l’acquisto d’impulso di beni a prezzo standard (quando non palesemente maggiorato). Anche quando i prodotti Doorbusters sono terminati o non più disponibili, tendenze comportamentali come il sunk-cost bias e l’avversione alle perdite incoraggiano i consumatori ad acquistare altri articoli come una sorta di premio di consolazione. Questo tipo di strategia è raramente impiegata negli store digitali e i miglioramenti possono essere applicati su più fronti. In primo luogo, nella pagina principale di un eCommerce, i prodotti doorbuster dovrebbero essere visualizzati insieme ad altri articoli di vendita a più alto margine, per trarre vantaggio dalla strategia loss leader; in particolare, possono essere articoli che “completano” chiaramente il doorbuster, come un telecomando all’avanguardia (a prezzo pieno) per la TV a schermo piatto super scontata o una costosa sedia ergonomica da abbinare al laptop in offerta.
Management della Scarsità
I rivenditori brick and mortar sfruttano attentamente la scarsità nei loro eventi del Black Friday, offrendo un numero limitato di unità per un particolare articolo in vendita. Poiché le persone tendono a trovare gli articoli più scarsi più desiderabili, queste scorte limitate sono una parte importante dell’attrazione del Black Friday, causando lunghe file prima dell’apertura dei negozi e la ben nota corsa che ne consegue. Ma i rivenditori devono bilanciare questa frenesia con il rischio di delusione dei clienti e il probabile contraccolpo sui social media se gli articoli pubblicizzati risultano poi eccessivamente scarsi. La soddisfazione del cliente dipende in grandissima misura dalla conferma delle sue aspettative: anche variazioni abbastanza piccole tra quello che le persone si aspettano e la reale situazione proposta possono seriamente influenzare i loro atteggiamenti verso un’esperienza di shopping e verso un brand. I negozi fisici utilizzano da anni queste strategia e hanno consolidato un equilibrio che permette una delusione “attenuata”, fornendo aspettative realistiche sulla possibilità di accaparrarsi il prodotto che le persone stanno cercando: la tradizionale esperienza del Black Friday inizia con una lunga coda e in questo modo i clienti possono letteralmente valutare a che punto sono e regolare le loro aspettative di conseguenza. A livello pratico, riprodurre questo stratagemma online è molto più complicato: senza la coda fisica, impostare le aspettative dei potenziali clienti sul principio di scarsità può risultare un’impresa impossibile.
Dal Black Friday fisico al Black Friday online: il Browsing
Gli eventi come il Black Friday non servono “soltanto” a smaltire scorte di magazzino, aumentare il fatturato e raggiungere gli obiettivi trimestrali o annuali: sono anche molto utili per convertire i consumatori passivi in acquirenti attivi e questo vale anche per il Black Friday online. Come esseri umani, adoriamo provare la sensazione di vittoria, come quella che si prova aggiudicandosi l’oggetto del desiderio a un prezzo conveniente, tanto più se l’acquisto avviene dopo una serie di ricerche in cui ci siamo impegnati attivamente. La sensazione di soddisfazione aumenta se incappiamo “casualmente” in un’offerta e ne approfittiamo, anche se non avevamo in mente di compiere quell’acquisto quando siamo entrati in negozio: l’auto-scoperta è un fattore decisamente motivante! L’acquisto diventa quasi un’avventura durante la quale, tra mille cartelli e annunci strombazzanti, siamo riusciti a districarci con successo e a concludere l’affare. La possibilità di vedere e toccare il prodotto rappresenta un indiscutibile vantaggio per i negozi fisici, un piacere sensoriale che difficilmente può (al momento) essere replicato con il codice delle pagine web. La presenza di altri acquirenti con cui entrare in competizione è un altro fattore chiave: rende l’esperienza di shopping un’esperienza sociale e competitiva, perché siamo tendenzialmente portati a sbirciare nel carrello degli altri. Innescare questo tipo di scoperta online è una vera sfida per chi si occupa di vendite digitali, perché pagine web e siti di eCommerce sono intrinsicamente ambienti sensoriali meno coinvolgenti. Inoltre, gli algoritmi di raccomandazione dei prodotti appaiono coercitivi, eliminando il senso critico di autonomia e di libera scoperta. Alcuni eTailer stanno quindi mettendo in costruzione dei veri e propri spazi virtuali multidimensionali, per attenuare il senso di solitudine asettica che ci pervade durante la navigazione di un eCommerce. Per esempio, IKEA ha creato una replica digitale 3D e interattiva dei suoi showroom fisici in Russia, generando un aumento del 17% delle vendite. Anche Marks & Spencer (in collaborazione con Mindshare) ha introdotto uno showroom VR per il suo reparto di articoli per la casa dove i clienti potevano assemblare il loro spazio vitale ideale e condividere i loro progetti sui social media. In un evento virtuale legato Black Friday, i clienti potrebbero passeggiare alla scoperta dei prodotti. Il rivenditore potrebbe nascondere sconti speciali in ogni stanza, incoraggiandoli a esplorare e quindi a scoprire nuovi articoli. In futuro, i rivenditori potrebbero anche utilizzare la realtà aumentata per la gamification. Pensiamo a giochi stile Pokemon Go, ma declinati per la promozione di uno store fisico in una realtà locale. Inseguendo le offerte più interessanti da una strada all’altra della propria città, i clienti potrebbero incontrarne di interessanti che considererebbero come scoperte personali. In questo tipo di eventi, i rivenditori dovrebbero de-enfatizzare le raccomandazioni ufficiali dei prodotti a favore delle recensioni degli utenti e dei contenuti della community. Questo permetterebbe ai consumatori di scoprire offerte e articoli, rafforzando la soddisfazione e fornendo benefici psicologici grazie al senso di sentirsi parte di una comunità.In conclusione
Ognuno di questi tre approcci è efficace di per sé, ma possono rendere molto meglio se usati in combinazione. Per esempio, i rivenditori possono impostare una coda virtuale per i consumatori che arrivano prima dell’orario ufficiale di inizio. Mentre aspettano, potrebbe essere data loro la possibilità di guardare lo streaming in diretta di dimostrazioni di prodotti o di giocare a un gioco che ha per oggetto alcuni dei prodotti venduti (da soli o in competizione con altri). Entrambe le scelte potrebbero sbloccare codici di sconto esclusivi. Queste attività digitali combinerebbero le sensazioni di scoperta dello smart shopper con la gestione delle aspettative di coda e il costo sommerso del classico doorbusting. Sia che vengano implementate una tantum o in combinazione, questi analoghi digitali delle tattiche del brick and mortar possono aiutare gli e-tailer a raggiungere il tipo di entusiasmo (e di performance di vendita) dei più importanti eventi dal vivo.
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