Carewashing: il 79% dei dipendenti non crede che l’azienda si preoccupi davvero del loro benessere
Il mercato del corporate wellness cresce del 37%, ma il 79% dei dipendenti non si sente realmente ascoltato dalle aziende
10 Dicembre 2024
Il mercato globale del corporate wellness, attualmente stimato a 70 miliardi di dollari, è in forte espansione e potrebbe raggiungere i 95,8 miliardi di dollari entro il 2028, con una crescita del 37%. Questo aumento riflette l’interesse crescente delle aziende per programmi che migliorano il benessere dei dipendenti, spaziando dal supporto psicologico allo smart working. Tuttavia, c’è un divario tra investimenti e risultati concreti, evidenziando il fenomeno del carewashing.
Cos’è il carewashing
Il termine carewashing descrive la discrepanza tra la retorica aziendale sul benessere e la reale esperienza dei dipendenti.
Secondo un sondaggio Gallup, il 79% dei lavoratori a livello globale non percepisce che la propria azienda si preoccupi davvero del loro benessere. Questa percezione mina la fiducia verso il management, rendendo inefficaci anche le iniziative più virtuose.
“Le iniziative di cura spesso risultano superficiali e non soddisfano le esigenze dei lavoratori: garantire coerenza tra parole ed azioni si rivela in questo senso essenziale,” sottolinea Marika Delli Ficorelli, Head of HR di Zeta Service.
La sfiducia verso le politiche aziendali
Dal 2020 al 2024, la percentuale di lavoratori che ritiene autentico l’impegno della propria azienda per il benessere è crollata dal 49% al 21%.
Stress, preoccupazione e tristezza sono emozioni sempre più comuni tra i dipendenti, con un impatto negativo non solo sul morale, ma anche sulla produttività e sui costi aziendali.
Le conseguenze del carewashing
La demotivazione e il turnover sono tra le principali conseguenze del carewashing.
Secondo Gallup, molti lavoratori considerano il miglioramento del benessere una priorità maggiore rispetto all’aumento della retribuzione.
Disimpegno e demotivazione generano un costo economico globale di 8,9 trilioni di dollari, pari al 9% del PIL mondiale.
Come evitare il carewashing: 8 azioni concrete
Garantire coerenza tra parole e azioni
Le iniziative devono riflettere i valori aziendali e dimostrare un impegno autentico verso il benessere.
Coinvolgere le persone nei processi decisionali
Ascoltare le esigenze dei dipendenti attraverso sondaggi e tavoli di lavoro aiuta a costruire fiducia e trasparenza.
Monitorare l’impatto delle iniziative
Pubblicare report dettagliati e indicatori chiave permette di dimostrare concretamente i progressi fatti.
Personalizzare le proposte di valore
Evitare approcci standardizzati per creare iniziative che rispondano ai bisogni specifici dei dipendenti.
Investire nella formazione della leadership
Programmi di formazione possono diffondere i valori aziendali e favorire una leadership consapevole.
Impegnarsi in progetti a lungo termine
Investire in programmi sostenibili evita l’effetto boomerang delle iniziative di breve durata.
Ottenere certificazioni da enti indipendenti
Certificazioni come la ISO 9001 garantiscono credibilità e impegno costante nel tempo.
Favorire responsabilità e accountability
Attribuire responsabilità alle figure chiave per i risultati aiuta a mantenere trasparenza e coerenza.
Una strategia vincente per il benessere aziendale
Superare il carewashing richiede un approccio strategico basato sull’autenticità, la trasparenza e il dialogo. Come afferma Marika Delli Ficorelli: “Questa mancanza di coerenza è molto spesso la causa dell’insoddisfazione delle persone. Ad esempio, promuovere un workshop sulla salute mentale nel quale vengono fornite indicazioni su come stabilire confini appropriati tra lavoro e vita privata e, al contempo, non monitorare i carichi di lavoro, inducendo le persone a sacrificare il proprio tempo personale per rispondere a scadenze serrate, mostra come un’iniziativa potenzialmente virtuosa, possa al contrario rivelarsi un boomerang per l’azienda che l’ha promossa“.