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  • L’addestramento AI non viola il copyright: sentenza storica a favore di Meta

    26 Giugno 2025

    Il giudice Vince Chhabria ha respinto la causa a Meta AI intentata da autori come Sarah Silverman per l’uso non autorizzato dei loro libri nell’addestramento del modello Llama.

    La sentenza, pur favorevole a Meta, sottolinea che il fair use dell’intelligenza artificiale non è illimitato e che le argomentazioni degli autori erano deboli. Il confronto legale tra AI e copyright è solo all’inizio.

    La causa a Meta AI e la sentenza che fa discutere

    Il 26 giugno 2025, il giudice Vince Chhabria ha rigettato la causa per violazione di copyright presentata contro Meta da un gruppo di scrittori tra cui Sarah Silverman e Ta-Nehisi Coates.

    Gli autori accusavano Meta di aver usato senza permesso i loro libri per addestrare l’AI LLaMA, senza compensazione o autorizzazione.

    Perché Meta ha vinto: le motivazioni del giudice

    Secondo il giudice, gli scrittori non hanno fornito prove sufficienti che dimostrassero un danno diretto al mercato delle loro opere. Pur esprimendo simpatia per le preoccupazioni degli autori, Chhabria ha affermato che la causa si è basata su argomentazioni sbagliate e insufficienti.

    Non è stata dunque una vittoria assoluta per Meta, ma una sconfitta legale per chi ha intentato la causa.

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    Fair use e intelligenza artificiale: dove passa il confine

    Il giudice ha chiarito che l’uso di opere protette per addestrare modelli AI può essere illegale “in molte circostanze”.

    Tuttavia, nel caso specifico, la difesa del fair use dell’intelligenza artificiale ha retto.

    Questo principio legale, molto discusso negli USA, permette in alcuni casi l’uso di contenuti coperti da copyright senza autorizzazione se l’uso è considerato trasformativo o non commerciale.

    Il giudice ha precisato che la decisione non legittima automaticamente l’uso di opere protette da parte di Meta. Anzi, lascia intendere che in un’altra causa, con argomentazioni più forti, il verdetto potrebbe essere diverso.

    La sentenza rappresenta quindi un precedente ambiguo: tecnicamente favorevole a Meta, ma ricco di implicazioni per futuri contenziosi.

    Generative AI e contenuti protetti: un rischio per gli autori?

    Chhabria ha sottolineato che i modelli generativi come quelli di Meta o Anthropic potrebbero “minacciare il mercato per le opere originali” creando contenuti simili in pochissimo tempo e a basso costo.

    Questo potrebbe ridurre gli incentivi economici per gli autori umani e generare un’ondata di contenuti “usa e getta”, impoverendo il panorama creativo.

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    Sarah Silverman AI causa: un simbolo delle tensioni attuali

    La partecipazione della celebre comica Sarah Silverman ha dato grande visibilità alla vicenda. La causa Meta AI è solo una delle tante cause legali contro OpenAI, Meta e altri attori del settore che hanno utilizzato milioni di libri piratati per addestrare i loro sistemi, secondo gli accusatori.

    Gli scrittori denunciano un sistema che si appropria del lavoro altrui senza alcun compenso.

    Libri usati per addestrare AI: un problema ancora irrisolto

    Nella causa contro Anthropic, altro colosso dell’AI, il giudice ha invece condannato la copia e l’archiviazione di oltre 7 milioni di libri piratati in una “biblioteca centrale”.

    Questo dimostra che la giustizia americana non ha ancora una linea univoca sulla questione del Meta AI copyright e che ogni caso sarà valutato singolarmente.

    AI e diritti d’autore: un conflitto destinato a crescere

    Le aziende AI continuano a difendere le loro pratiche invocando il fair use, sostenendo che i loro modelli creano contenuti trasformativi e non sostitutivi. Gli autori e le case editrici, invece, parlano di intelligenza artificiale e pirateria editoriale.

    La sentenza USA sul diritto d’autore e l’intelligenza artificiale non ha chiarito il confine, ma ha reso evidente quanto sia urgente definirlo.

    Cosa cambia dopo la causa Meta AI

    La Meta vince la causa sul copyright per l’uso di libri nell’addestramento AI, ma resta il rischio di nuove azioni legali con basi più solide. Le differenze tra le sentenze su Meta e Anthropic mostrano quanto il sistema sia fragile.

    Le aziende devono chiedersi come usare opere protette per addestrare i modelli senza violare i diritti d’autore, mentre gli autori temono di essere sempre più marginalizzati.

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    #AI