Daily Brief – Mercoledì 20 novembre 2024
Il cibo del futuro sarà più sano e più accessibile (ma dipende anche da noi)
La sfida di nutrire l'umanità passa per una fusione efficiente tra economia circolare e globalizzazione
8 Maggio 2018


L’uomo e il cibo hanno dei rapporti da sempre
Guardando con più attenzione, appare evidente che la nutrizione non sia mai stata solo un aspetto marginale dell’esistenza dell’uomo, ma sia invece in grado di modificare il corpo umano anche dal punto di vista biologico e psicologico. Un riferimento preciso si può fare ai disturbi alimentari che caratterizzano, soprattutto, fasce sempre più estese delle società occidentali: bulimia, anoressia, il disturbo da alimentazione incontrollata sono solo alcuni degli squilibri correlati a un rapporto con il cibo poco equilibrato. L’alimentazione è legata anche al contesto sociale: ci sono molte persone “ricche” che mangiano troppo e male e ci sono troppe persone che mangiano troppo poco e altrettanto male. E nessuno può essere saggio a stomaco vuoto, giusto? Ritornare a un modello di filiera corta e controllata, evitando gli eccessi della sovrapproduzione potrebbe garantire una parziale soluzione, ma è fondamentale ribadire un concetto tanto banale da venire comodamente sottovalutato: l’uomo è, esattamente, ciò che mangia. LEGGI ANCHE: 10 cose che le persone di successo fanno in pausa pranzo E sa benissimo, l’uomo dell’era pre-antropocene, che il cibo lo modifica, lo cambia, può essere pericoloso o rinvigorente: l’uomo semplice associa la forma delle noci al cervello umano e le mangia per potenziarlo, altre forme, simili agli organi riproduttivi, regalano ad alcune pietanze poteri magici di virilità dirompente o fecondità abbondante. I funghi delle meraviglie che mangia Alice non sono più o meno allucinogeni di quelli che è possibile trovare in natura, semplicemente passeggiando in un bosco. Il cibo è anche innovazione e scoperta: lo sapevano bene i Greci del mito, che immaginavano il dio Kronos, simbolo dell’ordine temporale costante, spaventato dal progresso e dall’innovazione, divorare i suoi figli appena nati. Ma l’innovazione non può essere spenta o divorata, continuerà a vivere nel corpo del dio per tornare a nuova vita al momento opportuno, come la primavera fa fiorire i campi ogni anno, dopo la “morte” dell’inverno.
Il narcisismo del cibo
Oggi che la condivisione sfrenata dei dati prende il posto delle passeggiate sul lungomare, che le trasmissioni di cucina hanno cancellato le conserve di pomodori della nonna per far posto ai “programmi con inserimento di prodotti commerciali”, il cibo diventa metafora di successo e lusso, poco importa se consumato o meno. Ammettiamolo, quante volte mangiamo un panino di corsa, tra una mail e un task da chiudere, davanti al monitor? Nella frenetica confusione che trasforma il piacere conviviale di consumare un pasto in compagnia in un boccone da mangiare giù di corsa borbottando nervosamente, il piatto deluxe diventa portata principale del menu di facezie a disposizione di tutti, su Instagram. Non fotografiamo noi che mangiamo, fotografiamo il cibo che non mangeremo, ma che paghiamo, per fotografare. A questo punto, forse nutrirsi non è nemmeno più lo scopo principale dei pasti. LEGGI ANCHE: McDonald’s è pronto alla svolta del fast food salutare, dice Il toast con avocado reclamerà prepotentemente il posto, per i due mesi in cui andrà di moda, tra gli status symbol della felicità social da scatto virale, prima di cedere il posto al sushi di turno. Quando si parla di come sarà il cibo nel futuro e di cosa ci aspetta nei prossimi anni, il discorso si fa rovente. Il numero crescente della popolazione umana con una classe media globale in forte aumento, sarà il motore della domanda mondiale di cibo. Storicamente, l’aumento della ricchezza ha portato a modificare i modelli di consumo: quantità più grandi di carne e alimenti ad alta intensità di risorse energetiche (come formaggio e uova) si accompagnano a un miglioramento delle condizioni economiche. Possiamo considerarlo un trend sostenibile a lungo termine? Su base globale, questo tipo di attitudine al consumo (e talvolta abuso) di alimenti più ricchi dal punto di vista energetico ha condotto a una situazione di insalubrità e squilibrio metabolico. Mentre da un lato la storica “sfida alla fame” dell’umanità si sta lentamente allontanando, la malnutrizione non è più associata alle carenze ma a peso eccessivo e obesità, creando nuove sfide per i sistemi alimentari.