Daily Brief – Martedì 11 marzo 2025
Il CMO di Google Italia ci spiega cosa significa fare marketing oggi (valorizzando le differenze nel team)
Il 13 e 14 maggio, durante N-Conference, Vincenzo Riili ci parlerà del ruolo del CMO nella MarTech era
6 Marzo 2020

Marketing digitale, storia di un amore
La “corsa al digitale” ha forse fatto dimenticare a molti i canali tradizionali, o in Italia siamo ancora lontani da questo amore per il digital? Come si possono quindi conciliare queste due diverse anime del marketing? «La contrapposizione tra marketing tradizionale e digitale è ormai superata. Gli obiettivi del nostro lavoro sono e rimarranno sempre gli stessi, ovvero far conoscere prodotti e servizi a persone che possono esserne interessate e convincerli a provarli, creando in quella transazione un valore di marca fondamentale per consolidare le relazioni future (la famosa brand equity). Il digital è un canale media che fino a poco fa non esisteva e che si aggiunge a quello tradizionale senza sostituirlo, ma complementandolo con nuove possibilità prima impensabili. Se da un lato l’utilizzo dei media tradizionali è consolidato da anni di esperienze, dall’altro il digitale è relativamente nuovo e soprattutto in continua e veloce evoluzione, da qui un approccio forse più dinamico. Il livello di innamoramento del nostro paese del digital è forse iniziato dopo rispetto ad altri mercati, ma adesso siamo nel pieno della passione».
La centralità delle persone, con le loro differenze
Come Manager, hai gestito team complessi. Qual è la sfida più grande in questo senso e quale la dote più grande di un leader? «Ho lavorato con team dislocati in diversi continenti, con culture e background diversi e spesso intergenerazionali. Considero la diversità una grande ricchezza perché ci aiuta a creare progetti dei quali essere orgogliosi, ma anche un’enorme sfida, che consiste nel creare un team coeso formato da individui così differenti. Un manager che lavora in contesti come questo non può che contare su sola dote: l’autenticità, perché è ciò che gli permette di connettersi emozionalmente con tutti e creare fellowship autentica. Le competenze e l’esperienza sono importanti ma vengono dopo una vera connessione con le persone, la quale per definizione avviene solo su relazioni autentiche». Diversità, inclusione e più in generale sostenibilità anche sociale delle imprese, sono fattori chiave per dialogare con il mercato oggi. Come viene attuato questo in Google? «I consumatori non vogliono più essere semplicemente informati sui prodotti o servizi offerti, ma vogliono sapere da un’azienda qual è la sua posizione rispetto ai temi che interessano la collettività. Ciò impone tutti ad avere un ruolo attivo nel mondo, e credo che questo sia un bene. Google è da sempre molto attenta nel cercare di avere un ruolo attivo nel progresso della società, ad esempio stiamo facendo in modo che ci sia un’adeguata diversità all’interno dei team, prestando particolare attenzione a questo tema anche quando scegliamo i partner con cui lavorare, e siamo in prima linea nella battaglia che vuole annunci pubblicitari più inclusivi. Rispetto alla sostenibilità, negli anni abbiamo lavorato con impegno per ridurre l’impronta di carbonio delle nostre attività (siamo carbon neutral dal 2007 e 100% energie rinnovabili dal 2017), per costruire prodotti pensando alle persone e al pianeta, e per guidare un cambiamento su larga scala attraverso la nostra filiera».