Cos’è la Topical Authority nella SEO e come si costruisce
Cosa significa (davvero) smart working e quali dovrebbero essere le caratteristiche fondamentali
Non basta permettere ai dipendenti di lavorare da remoto, perché alla base del lavoro smart c'è innanzitutto la cultura aziendale
14 Giugno 2018

Cosa non è lo smart working

Il cambiamento più grande di tutti: quello culturale
“La parola cambiamento è fondamentale. Non è possibile introdurre lo smart working, come modalità lavorativa, senza passare per uno smart change, come approccio a monte di tutte le decisioni in materia di lavoro, una visione strategica di lungo termine che prenda in considerazione tutte le variabili coinvolte, anche quelle più nascoste, nella cultura aziendale“. Così Methodos, azienda che si occupa appunto di change management, introduce l’argomento. Un processo fatto di step precisi e di fasi operative, che parte con l’analisi della cultura aziendale e dei livelli di ACE (awareness, capabilities, engagement). Si concentra poi sul benessere dei dipendenti, analizzato per ogni momento di contatto con l’organizzazione (definito “Employee Journey Experience”). Poi, prende in considerazione gli spazi aziendali, secondo il principio dell’activity based setting, per cui ad attività diverse (collaborazione, comunicazione, concentrazione, rigenerazione) dovrebbero corrispondere spazi diversi. Il tutto abilitato dalla tecnologia, con device mobili, cloud e infrastrutture che servono a garantire un lavoro seamless, senza intoppi, ovunque e in qualunque momento. Ma soprattutto (e solo in questo stadio possono davvero rientrare il lavoro da remoto e la flessibilità oraria), la cultura. La cultura del management in primis deve cambiare completamente per abbracciare il lavoro smart. Perché uno degli asset fondamentali del nuovo paradigma è la fiducia, la responsabilizzazione, la mentalità “per obiettivi”, la trasparenza. E non può essere implementata se il management si chiude nella propria stanzetta insonorizzata, se non si mostra per primo paladino e vero fan del cambiamento. Ma, per quanto possa sembrare impossibile visti i risultati positivi registrati da aziende che stanno cercando di introdurre il vero smart working, come Microsoft, o quelle che sono nate “smart working company” come Evermind, è proprio su questa fase che si arenano la maggior parte delle aziende. Con imprenditori e manager che dicono di volere trasparenza e fiducia, flessibilità e indipendenza, ma poi agiscono in modo contraddittorio.