Guerrilla Marketing: 11 esempi per ispirarti
Cosa dovresti sapere per usare la diretta streaming sui social media
21 Dicembre 2018

Prima di trasmettere live
Il live streaming è uno dei grandi trend degli ultimi anni. Puoi darci qualche dato? «Non sono un grande amante dei numeri e dei trend, ma c’è un dato di fatto che rende lo strumento video e il live streaming uno dei più efficaci e apprezzati dalle persone. I video e le dirette sono oggi fruibili allo stesso modo da tutti i dispositivi e la rete mobile è arrivata a un livello di maturità tale da garantire una visione fluida e un consumo di dati sostenibile, a differenza di ciò che avveniva solo qualche mese fa. A breve (2019-2020) avremo poi la rete mobile di quinta generazione 5G, le cui prestazioni saranno sensibilmente più elevate, ma soprattutto molto più stabili e garantite, potendo supportare un numero di connessioni simultanee estremamente più alto. Questo significa che la videochiamata / videoconferenza diventerà uno standard anche in mobilità e che la diretta rappresenterà il formato di riferimento per tutti, come del resto è già da anni per la radio e per la TV».
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Le fasi della diretta
Cosa non andrebbe mai dimenticato prima, durante e dopo una diretta? «Che la diretta è solo una parte di un tutto molto più vasto. La più importante? In molti casi sì, ma lo è altrettanto tutto ciò che le gira intorno, sia in termini temporali che concettuali. Questo significa progettare con cura il live streaming, non soltanto trasmettendo ciò che sta avvenendo nel migliore dei modi possibili, ma facendo in modo che chi partecipa da remoto abbia le stesse opportunità di chi è fisicamente presente (es. se si trasmette una conferenza in cui vengono usate delle slide, queste dovranno essere visibili sia nei piani larghi che in quelli stretti, nel caso utilizzando immagini nell’immagine se si sta inquadrando lo speaker in primo piano). Oltre a progettare la diretta in modo user friendly, nell’arco di tempo che la precede e la segue dovranno essere pianificati contenuti in grado di generare interesse e di catalizzare l’attenzione. Contenuti improntati all’interazione e alla creazione di un’audience di partecipanti attivi, che siano già pronti ad essere coinvolti. Per evitare che la diretta sia priva di interazione, inoltre, è bene che nel periodo che la precede si prendano già accordi con i partecipanti che vogliono intervenire, per inserire da subito i loro interventi in scaletta e per evitare che questi possano creare alcun genere di problema. Ovviamente questo non significa che non potranno esserci interventi estemporanei, che sono sempre preziosi e che vanno sollecitati durante la trasmissione, ma avere una base facilita il lavoro e invoglia gli indecisi a farsi avanti. Le tipologie di contenuti che possono essere creati prima della diretta sono molteplici, ma i più apprezzati sono quelli che coinvolgono i protagonisti del live streaming in pillole, interviste, teaser in cui possibilmente prendano già confidenza con chi poi parteciperà, magari iniziando da subito a interagire. Dopo la diretta è opportuno creare altri frammenti video sia della diretta che dei suoi protagonisti e dare il massimo risalto alle interazioni registrate durante la trasmissione e a chi se n’è fatto carico, così da premiare i partecipanti più attivi e allontanare quanto più possibile l’autoreferenzialità che, inevitabilmente, rischia di caratterizzare determinate tipologie di contenuto e di programmazione».

Engagement, obiettivi e risultati
Come si possono coinvolgere le persone durante una diretta? «Dipende molto da cosa stiamo trasmettendo. In generale qualsiasi live streaming pensato per il web, e in particolare per i social media, dovrebbe essere progettato e condotto in modo social friendly, mettendo le persone al centro in tutti i modi possibili. Se uso il termine persone anziché pubblico è perché la rete ha abolito muri, barriere, gradi di separazione e ruoli, cosa che dobbiamo tenere ben presente quando usiamo i suoi mezzi e strumenti per relazionarci con gli altri. Questo significa una sola cosa: se ad esempio abbiamo davanti alla telecamere tre professionisti o esperti di un determinato settore, guidati da un giornalista o presentatore e dietro gli schermi ci sono cinquanta persone che partecipano alla diretta, ciò che dobbiamo gestire (possibilmente con una risorsa che si occupi in forma esclusiva di questo) sono cinquantaquattro persone, che potenzialmente possono interagire tra loro in tempo reale e senza troppi filtri. Ovviamente la risorsa che modera commenti e interventi di chi partecipa alla diretta può decidere chi e come far intervenire, ma se il live streaming non è stato appositamente studiato per il coinvolgimento e la struttura stessa di quanto stiamo trasmettendo non si presta all’interazione, le possibilità di ottenere engagement è pressoché nulla. Venendo al come, se abbiamo inserito nel programma della diretta degli spazi e delle modalità di coinvolgimento, che non si limitino ad un misero “ci sono domande da casa?”, le opportunità di generare interazione sono sempre molto elevate, perché la gente è stufa di assistere passivamente e ha voglia di dire la propria e di partecipare. Come già detto in precedenza questo va però agevolato con un lavoro preparatorio, che spinga chi poi guarderà la diretta a preparare domande, curiosità, casi o punti di vista da esporre a chi è dietro le telecamere e a chi sta partecipando da remoto».