Digital Innovation Days: il racconto della prima giornata dedicata all’ispirazione
8 Ottobre 2024
Digital Innovation Days è iniziato oggi con la giornata dedicata all’ispirazione.
L’edizione 2024 dell’evento è dedicata alla “Human Powerfulness“, un tema che pone al centro l’innovazione orientata al bene comune.
Come sottolineato da Stefano Saladino, CMO dell’evento, l’obiettivo è migliorare la qualità della vita delle persone e delle comunità, creando soluzioni sostenibili, inclusive e socialmente responsabili (trovi qui la sua intervista).
La giornata è iniziata con la proiezione esclusiva del docufilm realizzato in collaborazione con Gybe Studio, ci ha subito offerto uno sguardo approfondito sui temi della formazione e del linguaggio attraverso il percorso di Cosimo Lupo e Vito Longo, fondatori e direttori di Scuola Mohole.
Le riprese, svoltesi durante il “Nothing Day“, hanno alternato scene della vita quotidiana all’interno della scuola e un’intervista intima ai due direttori. Durante il confronto, sono stati affrontati argomenti come la didattica, la narrativa, il dialogo costruttivo, la complessità argomentativa, l’innovazione negli strumenti di comunicazione e il futuro della formazione.
La filosofia dei fondatori è emersa chiaramente, accompagnata dai progetti multidisciplinari degli studenti, che hanno rappresentato un’avanguardia creativa e nuove forme di linguaggio, testimoniando l’impatto dell’approccio educativo della scuola.
Gli ospiti della prima giornata
Sul palco si sono poi alternati Massimo Carnelos, Capo Ufficio Innovazione Tecnologica e Startup del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, sull’importanza delle tecnologie emergenti per lo sviluppo e il successo economico futuro di un paese, alla sociolinguista Vera Gheno, alla quale abbiamo chiesto se esista una correlazione tra il linguaggio in azienda e la capacità delle organizzazioni di stare al passo con le innovazioni.
«Questa correlazione esiste, per almeno due motivi – ci spiega – Intanto perché il piano della realtà e il piano della lingua si influenzano reciprocamente, quindi è ovvio che, a un cambiamento della realtà, debba corrispondere un cambiamento linguistico. È forse meno ovvio che il cambiamento linguistico può favorire un cambiamento di visione della realtà e, di conseguenza, può far venire voglia di cambiarla, innescando dei circoli virtuosi o dei circoli viziosi».

«D’altro canto, la lingua comunica anche l’innovazione, sia dentro l’azienda sia fuori, e ovviamente abbiamo bisogno di una collaborazione tra piano della realtà e piano della lingua».
Talenti e competenze per sfruttare l’AI
All’interno del ricco programma (che puoi trovare qui), abbiamo seguito anche l’intervento di Nicola Neri, CEO di Ipsos, che ci ha spiegato come comprendere il mondo tra crisi e ricomposizioni sia fondamentale per garantire che aziende e istituzioni restino rilevanti nelle vite delle persone.

E poi Giuseppe Mayer, CEO di Talent Garden in Italia, che ha sottolineato la necessità di porre al centro l’elemento umano e sviluppare competenze e talenti per sfruttare le nuove tecnologie. Solo così, le organizzazioni possono affrontare la sfida di innovare e adattarsi al cambiamento digitale.
A lui abbiamo chiesto se esistano differenze chiare e individuabili tra quelle organizzazioni che riescono ad adottare l’AI con successo e quelle che faticano a trarre benefici da questa tecnologia.
«Il tema principale è quello di un mindset culturale – ci ha detto. Non stiamo semplicemente parlando di una nuova tecnologia che “sostituisce delle cose”, ma di qualcosa che cambia il nostro modo di lavorare e anche il nostro modo di creare valore, per certi versi».

«Quindi, un po’ come è successo col digitale – continua Giuseppe – l’errore più grande è quello di prendere questa tecnologia e utilizzarla per fare le stesse cose che facevamo prima: l’utilità maggiore viene infatti dall’immaginare nuovi modi per creare valore».
«Le aziende che hanno successo oggi, ma anche nei prossimi anni, sono quelle che partono piccole, che riescono a far vedere in concreto che cosa può fare questa tecnologia e su questa base sviluppano la propria offerta con la Generative AI».
La rivoluzione delle Business Operations
Ogni azienda, per produrre e vendere i propri prodotti o servizi, deve disporre di processi efficienti che coprano tutte le funzioni aziendali, dalla ricerca e sviluppo alla produzione, vendite, finanza, amministrazione, IT e risorse umane. Tuttavia, questi processi tendono a diventare obsoleti rapidamente a causa dei continui cambiamenti del mercato, delle tecnologie o dei metodi operativi. Col tempo, si complicano, diventano rigidi e frammentati, facendo perdere valore all’azienda in termini di competitività, reattività verso i clienti, produttività e ottimizzazione dei costi.
Per mantenere le operazioni interne al passo con i cambiamenti, è essenziale adottare un sistema che impedisca l’obsolescenza dei processi.
Serve un approccio dinamico e vitale per ottimizzare e far evolvere costantemente tali processi. Il modello di costruzione di processi dinamici permette di fare proprio questo. Sviluppato partendo dall’esperienza concreta, questo modello ha permesso a Procter & Gamble di essere considerata leader nel settore ed è stato codificato affinché possa essere replicato in altre aziende.
Questo, il fulcro centrale dello speech di Filippo Passerini, Former President, Global Business Services & CIO di Procter & Gamble.

Noi di Ninja gli abbiamo chiesto se sia possibile identificare tempestivamente i segnali di obsolescenza nel processi operativi. Ecco cosa ci ha detto.
«Esistono indicatori qualitativi e quantitativi. L’indicatore qualitativo è la percezione delle persone, per le quali la complessità aziendale aumenta e indica che non c’è stato uno sforzo di semplificazione: si lavora di più per ottenere, di fatto, gli stessi risultati. Da parte dell’organizzazione, è necessaria quindi grande sensibilità da parte dell’organizzazione».
«Dal punto di vista quantitativo, invece, esistono metodologie per fare il mapping dei processi per comprendere quale sia l’opportunità, in termini monetari, nel limitare gli interventi su processi che non sono necessari, per velocizzare il processo e il prodotto che va sul mercato, in modo da rendere l’organizzazione più produttiva ed efficiente».
L’AI e l’impatto nelle organizzazioni
Cristina Conti, Head of Customer Engineering, Retail, Telco, Media di Google Cloud, ci ha guidato in un divertente viaggio nell’era dell’intelligenza artificiale con Google Cloud, per esplorare il suo impatto e le sue potenzialità per le aziende.

Il day 2: focus sulla Corporate Innovation
La seconda giornata, 9 ottobre, sarà interamente focalizzata sull’innovazione aziendale, con sessioni dedicate alle funzioni strategiche delle imprese.
Tra i temi trattati ci saranno le risorse umane, il marketing strategico, l’open innovation e il fintech.
Gli esperti condivideranno esperienze e casi di studio su come l’innovazione stia trasformando le aziende e i loro processi interni, con un occhio di riguardo alla sostenibilità e all’imprenditoria femminile.