Arriva la tassa Apple sulle sponsorizzate Meta da mobile
Employee Retention: la vera ricchezza delle aziende 2.0 sono i loro dipendenti
Netflix, Google, Apple e Starbucks sono solo alcuni degli esempi di brand, più o meno famosi, che hanno capito l’importanza di mettere al centro dell’azienda i propri dipendenti, una delle risorse su cui investire per avere successo
21 Ottobre 2019
- Per un’azienda è importante investire in un processo di assunzione adeguato e che porti a risultati tangibili e concreti nel minor tempo possibile
- I dipendenti sono ancora il fattore chiave per il successo delle aziende e far si che si sentano partecipi e parte dell’azienda stessa è il segreto per creare un team che funzioni
- Alcuni famosi brand hanno pensato a veri e propri corsi di formazione, oltre che a gare interne su progetti e iniziative di welfare aziendale per dimostrare quanto tengano ai loro dipendenti
“L’azienda è nulla senza il giusto personale”.Questa potrebbe essere la frase che riassume al meglio quello che vuol dire gestire ed assumere le giuste risorse nel mondo del lavoro di oggi e non solo in materia di produttività ed efficienza, ma anche in materia di fiducia e di immagine aziendale: i dipendenti che condividono e credono nella vision dell’azienda per cui lavorano saranno in grado di essere i primi brand ambassador di rilievo. Sicuramente l’inizio, anche attraverso un’attenta pre selezione di curriculum e candidati, fa la differenza, ma poi sta anche ai piani alti di una vincente gerarchia aziendale instillare nei propri collaboratori l’orgoglio di lavorare per un determinato brand. Come? Welfare e benefit al primo posto, ma la libertà di espressione e il coinvolgimento nei processi aziendali seguono a ruota. Ecco allora che abbiamo preso ad esempio i casi più virtuosi come Google, eletto il posto migliore in cui lavorare o Starbucks, l’azienda con il più basso turnover di dipendenti sul mercato.
Assumere le persone giuste e senza sprechi di risorse? Predisponi una strategia

- Brand it Right – Employer Branding In questa strategia i candidati e quindi futuri collaboratori vengono paragonati, inizialmente, a dei clienti. L’azienda quindi nel suo percorso dovrà costruirsi un’immagine nella quale il candidato voglia “comprare” il bene o servizio offerto dall’azienda, incoraggiando quindi candidature spontanee provenienti da quei clienti-candidati che apprezzino l’offerta aziendale sul mercato. Un efficace strategia di vendita di sè, porta anche a questa seconda strategia: Be active with the passive, andando a stimolare il nostro candidato perfetto, anche se non sta cercando lavoro perchè soddisfatto del posto attuale o semplicemente disinteressato.
- Prefer a Refer Il classico metodo delle referenze con una novità, non è una referenza di un precedente datore di lavoro, ma di un attuale dipendente che presenta “un amico” all’azienda. Questo è efficace e possibile perchè un dipendente felice e partecipe della cultura aziendale è in grado di scovare e convincere il candidato perfetto.
- Choose insights over data Grazie alla presenza di portali on line e di sistemi di data analysis vi è la possibilità di scandagliare diversi CV in poco tempo iniziando a preselezionare, sulla carta, i candidati perfetti. A questo di può abbinare la tecnica Know your niche, in cui le risorse prese in considerazione sono sia online che offline
- Improve interviews L’incontro faccia a faccia tra il candidato e l’azienda è il cuore del reclutamento, è un momento in cui ci si può presentare e conoscere uno di fronte all’altro, senza filtri o analisi dati. E’ importante, quindi, che per entrambi sia un’esperienza memorabile sia per capire se si è fatti l’uno per l’altro sia per evitare di perdersi il candidato perfetto. Ecco che l’azienda dovrà scegliere una persona adatta per i colloqui, ottimale per quell’azienda in particolare.
- In ultimo Reach for the top shelf: se si vuole professionalità e le capacità giuste si deve mettere in conto di dover pagare un giusto prezzo, ma a lungo termine i costi sostenuti porteranno i loro frutti. Abbinato a ciò è necessario porre un focus sugli ex-dipendenti, persone già a conoscenza della filosofia aziendale di cui hanno fatto parte e che se trattati bene nell’uscita potrebbero ripresentarsi alla nostra porta e rappresentare il fattore di differenziazione di cui avevamo bisogno in quel momento
L’esempio Netflix e Starbucks, i dipendenti sono anche clienti
Ecco che rimanendo sul tema: un buon collaboratore è tutto e la fiducia che nutriamo reciprocamente l’uno nell’altro è la chiave per il successo, iniziamo la nostra carrellata tra i brand più virtuosi nella gestione dei dipendenti con Netflix e Starbucks, entrambe accomunate dalla visione dipendente-cliente. Netflix nasce come azienda di noleggio DVD, ma causa dell’evoluzione del mercato dei contenuti cinematografici ha dirottato, in un secondo momento, nella creazione del servizio streaming a pagamento che tutti noi conosciamo oggi.

Apple e Google, welfare aziendale e una forte corporate culture
Gli ultimi due casi sono rappresentati dai grandi e avversari big del mondo del Tech, ma che sul piano “risorse umane” hanno molto in comune.
