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Etica is the new black, ecco perché i brand amano sostenibilità e salute
Essere sostenibili conviene, e bisogna fare il modo che tutte le persone coinvolte nella creazione di valore lo sappiano
28 Maggio 2018

L’etica è come il nero, va su tutto
Se fino a qualche anno fa essere “eco” oppure “bio” era una moda, oggi le cose sono diverse. Essere etici è diventato un bisogno impellente per ristabilire equilibri e combattere, per quanto possibile, l’ingiustizia sociale. Secondo i dati di Oxfam del 2015, infatti, solamente 62 persone (rispetto alle 388 del 2010) possedevano la stessa ricchezza di 3,6 miliardi di persone, la metà più povera della popolazione mondiale. «Il marketing 3.0 configura la fase in cui le imprese spostano la propria focalizzazione dal consumatore all’umanità nel suo complesso e a ricerca di un profitto viene bilanciata dalla responsabilità sociale dell’impresa» spiega Philip Kotler. LEGGI ANCHE: Il marketing tra sharing economy e intelligenza artificiale: intervista esclusiva a Philip KotlerE i brand? Politiche di ecosostenibilità
Sono sempre di più e sempre più varie le iniziative che i brand hanno promosso o a cui hanno aderito per portare avanti la loro lotta per un mondo (ed uno stile di voita) più equo e rispettoso. Secondo un’indagine, realizzata da ALTIS in collaborazione con Assonime e Nedcommunity, il 70% dei consigli di amministrazione delle principali imprese italiane quotate hanno definito e comunicato ai propri stakeholders gli impegni assunti rispetto alle tematiche socio-ambientali.


- Riduzione dei costi
- Motivazione del personale
- Vantaggi fiscali
- Innalzare gli standard di mercato
- Soddisfare le esigenze del consumatore
- Andare incontro alle esigenze dei clienti
- Anticipare normative più rigorose
- Incrementare credibilità e fiducia
- Rendere più facile l’accesso ai capitali
- Aumentare la brand awareness
Verso l’ecosofia
La ricerca di tutto quello che è etico ed ecosostenibile si ritrova in molti aspetti: dalla scelta di tessuti e materiali naturali, come il cotone ed il lino oppure il legno e la pietra rispetto ai tessuti sintetici, fino alla ricerca di uno stile di vita più sano, contrapposto a quello frenetico in cui siamo immersi. Dopo anni di vita digitale la direzione è quindi quella di fuggire dalla vita virtuale, dall’invadenza dei social e dalle montagne di plastiche che ci circondano potrebbe portarci verso l’ecosofia, uno stile di vita sempre più frugale ed agreste. Questa filosofia, tornata recentemente alla ribalta, è nata più di 60 anni e vede l’uomo come parte di un ecosistema vivente planetario.
