Cos’è e come funziona Google SGE
La Search Generative Experience rivoluzionerà le nostre ricerche online. Ecco come accedere dall’Italia.
11 Giugno 2024
Se pensavi che Big G non potesse più sorprenderti, preparati a conoscere Google SGE, la Search Generative Experience che promette di cambiare il modo in cui facciamo le ricerche online.
Ma di cosa si tratta esattamente? E come funziona?
In questo articolo proveremo a spiegartelo in modo semplice e chiaro, dandoti anche qualche esempio pratico. Proveremo inoltre a usarla mostrandoti come visualizzare questa nuova funzionalità dall’Italia.
Cos’è Google SGE
Google Search Generative Experience è una nuova modalità di ricerca che utilizza l’intelligenza artificiale per rendere le tue ricerche ancora più smart e personalizzate.
Non si limita a mostrarti una lista di link, ma genera risposte complete e dettagliate alle tue domande, direttamente nella pagina dei risultati di ricerca.
È un po’ come avere un assistente personale che conosce tutto ciò che c’è su Internet e te lo spiega in modo facile.

Ad esempio, supponiamo che tu stia cercando “come fare il pane in casa”.
Con Google SGE, non solo vedrai i soliti link a ricette e video, ma potresti ottenere una risposta generata dall’AI che combina le migliori ricette, ti suggerisce gli ingredienti e ti dà consigli utili, tutto in un unico spazio. Così, risparmi tempo e trovi subito ciò che ti serve.
LEGGI ANCHE: Abbiamo provato Code Interpreter, il plugin di ChatGPT che scrive anche codice
SGE rappresenta un primo passo nella trasformazione dell’esperienza di ricerca con l’intelligenza artificiale generativa. Quando utilizzano SGE, le persone noteranno la pagina dei risultati di ricerca con risultati web familiari, organizzati in un modo nuovo per aiutarli a ottenere di più da una singola ricerca – Google
Al momento, Google Search Generative Experience è in fase di sperimentazione ed è disponibile solo negli Stati Uniti.
Tuttavia, Mister G ha dichiarato che sta lavorando per estendere il servizio a livello globale. Quindi, non disperare: presto anche tu potrai usufruire di questa nuova esperienza di ricerca.
Come accedere a Google SGE dall’Italia?
Anche se al momento Google Search Generative Experience è disponibile negli Stati Uniti, ci sono alcuni passaggi che puoi seguire per essere tra i primi a sperimentarla.
Puoi seguire il blog ufficiale del Motore di ricerca, iscriverti alla newsletter e controllare periodicamente le comunicazioni sui social network, dove in genere vengono annunciate le nuove funzionalità.
Oppure, se proprio sei impaziente come noi e vuoi usare Google SGE, puoi utilizzare una VPN (Virtual Private Network), che ti permetterà di cambiare il tuo indirizzo IP facendoti apparire come se ti trovassi in un Paese in cui la Search Generative Experience è già disponibile.
Ecco, in pochi semplici passi, come accedere a Google SGE dall’Italia:
- Installa una VPN. Puoi usare, ad esempio, VeePN, un’estensione gratuita di Chrome. Dopo averla attivata, potrai superare le restrizioni imposte e usare la SGE come se ti trovassi negli USA. Ricordati inoltre di impostare l’inglese come lingua principale del tuo account, collegandoti alla sezione dedicata https://myaccount.google.com/language.

- Abilita la navigazione in incognito. Accedi da Chrome a chrome://extensions/ e nella tab riservata a VeePN, clicca su Dettagli e poi su Abilita in incognito. Apri una finestra di navigazione in incognito e attiva la tua VPN cliccando sul tasto verde e scegliendo una località, come ad esempio Virginia – USA.

- Collegati alla SGE di Google. Copia nella barra degli indirizzi della finestra in incognito questo link labs.google/sge ed effettua il login cliccando sul pulsante in basso Get start. Si aprirà una nuova finestra, in alto a destra clicca su Sign in e inserisci le tue credenziali Google.

- Sostituisci l’url. Se hai completato tutti i passaggi, ti apparirà il seguente messaggio “Search Labs non è al momento disponibile per il tuo account”, ma per superare l’ultimo step, ti basterà copiare questo nuovo url https://labs.google.com/search?hl=en. Da questo momento, sarà sufficiente cliccare nuovamente su Get started e collegarti Google.com per usare dall’Italia la nuova modalità di ricerca basata sull’intelligenza artificiale.

Noi abbiamo chiesto come essere primi su Google Search Generative Experience, vuoi provare anche tu?
Quando arriverà SGE in Italia? Come anticipato, attualmente è disponibile negli Stati Uniti: ancora non sono quindi presenti paesi europei. Per usarla dall’Italia si dovrà quindi attendere un po’ di tempo, quanto, al momento, non è dato saperlo.
Come funziona la Search Generative Experience di Google
SGE utilizza l’intelligenza artificiale per migliorare le nostre modalità di ricerca online. Ma come funziona esattamente? Il nuovo sistema di ricerca generativa funziona utilizzando alcuni LLM (Large Language Model), i modelli linguistici basati sulla comprensione e la generazione di un linguaggio naturale.

LEGGI ANCHE: Come usare l’AI generativa in una digital agency
Questi modelli comprendono anche una versione migliorata di MUM e PaLM2. La nuova ricerca generativa, inoltre, è stata addestrata per compiere specifici compiti di ricerca, come ad esempio quello di “identificare risultati web di alta qualità che confermano le informazioni presentate nell’output“.
Per maggiori informazioni su come funziona SGE puoi leggere il documento ufficiale.
Le principali funzionalità
Gli utenti possono porre all’AI domande di approfondimento su un tema richiesto e ottenere snapshot che permettono di avere a disposizione una panoramica completa che comprende informazioni e approfondimenti utili.
Sono un esempio le richieste in ambito shopping, in cui il motore di ricerca fornisce agli utenti i principali fattori da considerare durante un acquisto, come le recensioni, i prezzi e le immagini dei prodotti. Vediamo insieme tutte le sue caratteristiche.
- Panoramiche potenziate dall’AI. Quando appropriato, mostra una panoramica generata dall’AI che offre una visione d’insieme di un argomento. Questa panoramica include fattori da considerare e informazioni utili, fornendo un punto di inizio che consente agli utenti di esplorare un’ampia selezione di contenuti. Ad esempio, se cerchi informazioni su un argomento complesso, può presentare una sintesi che integra vari aspetti rilevanti, supportata da link a risorse affidabili per approfondire ulteriormente il tuo argomento di interesse.
Con l’intelligenza artificiale generativa nella ricerca, possiamo aiutarti a comprendere il quadro completo quando fai acquisti, rendendo anche le decisioni di acquisto più ponderate e complesse più rapide e molto più semplici – Google
- Ricerca più semplice. Con le sue funzionalità basate sull’AI è possibile fare domande di approfondimento senza dover ripetere il contesto della ricerca iniziale. Puoi fare un “follow up” per affinare la tua ricerca e il motore di ricerca genererà una nuova panoramica con ulteriori link a risorse pertinenti.
Secondo uno studio di Semrush, inoltre, le query che fanno attivare il box SGE di Google sono quelle in cui si pone una domanda basata sui fatti (Qual è la capitale dell’Italia?), per le quali fornirà una breve risposta; quelle di definizione (Qual è la definizione di robot?), in cui fornirà anche alcune esempi di utilizzo; le query “how to” (Come fare una torta), di confronto (Samsung VS LG) e Shopping (migliori cellulari sotto i 200 dollari).
- Esperienze verticali. Google SGE è infatti molto utile per ricerche specifiche in settori come lo shopping o le ricerche locali. Per esempio, nelle ricerche di prodotti, l’AI può creare una panoramica dei fattori da considerare e delle opzioni disponibili, includendo descrizioni di prodotti, recensioni aggiornate, valutazioni, prezzi e immagini. Questa funzione si basa sul Google Shopping Graph, l’enorme dataset di prodotti, marchi, venditori e recensioni. Le query Shopping o quelle riferite, più in generale, agli eCommerce, sono infatti quelle che generalmente attivano più spesso la panoramica, insieme alle query locali e, ultimamente, a quelle YMYL (Your Money Your Life).

- Annunci a pagamento. Anche con l’integrazione dell’AI generativa, gli annunci a pagamento sulla Rete di ricerca continueranno a svolgere un ruolo cruciale. Questi annunci appariranno in spazi dedicati, aiutando gli utenti a scoprire milioni di attività online. Tuttavia, secondo le ultime stime di Insight Partners e Moz, quando è presente un risultato generato con l’intelligenza artificiale, generalmente sono disponibili un numero inferiore di annunci rispetto alle serp tradizionali, anche se ultimamente sembrerebbe in aumento.
Stando agli ultimi dati diffusi da Ziptie, che ha analizzato oltre 500 mila query per capire quali attivano i risultati SGE, è emerso che nella maggior parte dei settori verticali la nuova ricerca basata sull’AI appare per oltre l’81% delle query di ricerca.

- Creatività e produttività. Le capacità dell’AI generativa non si limitano alla ricerca di informazioni. Questa tecnologia può anche supportare la creatività degli utenti, permettendo di visualizzare idee o cercare ispirazione. Ad esempio, è possibile chiedere a Google SGE di generare immagini basate su una descrizione.

- Esperienza utente. Questa nuova modalità di fare ricerche online presenta risorse facilmente accessibili e un’interfaccia utente (UI) riconoscibile, che consente di esplorare ulteriormente sia da desktop che da mobile. Le panoramiche generate dall’AI offrono link chiari e facilmente accessibili, che consentono agli utenti di passare agevolmente dalle risposte iniziali a ulteriori approfondimenti.
Google SGE rappresenta un considerevole passo in avanti nella ricerca online, combinando la potenza dell’intelligenza artificiale con un’interfaccia utente progettata per facilitare l’accesso alle informazioni e la loro esplorazione.
Come prepararsi alla SGE di Google
Per prepararsi alla nuova Search Generative Experience è necessario valutare alcune incognite ancora presenti. Al momento, infatti, sulla Google Search Console non ci sono riferimenti specifici relativi alle metriche dei risultati prodotti dall’intelligenza artificiale generativa, quindi non è possibile sapere quante volte il nostro sito appaia nella panoramica generata né il numero di click ricevuti.

Inoltre, non è chiaro quali siano i fattori che possono influire sul posizionamento. Anche se un sito riesce a entrare nella nuova serp generata dall’AI, non sappiamo quanti click riceverà effettivamente rispetto ai risultati presenti nelle serp tradizionali.
Come posizionarsi sulla Search Generative Experience
Come abbiamo visto, la nuova serp influenzerà la ricerca organica con effetti sia positivi che negativi, ma è ancora presto per fare previsioni sul traffico poiché tutto dipende dal settore e dai tipi di parole chiave.

Al momento, investire tempo in modelli e trucchi magici per essere primi su Google SGE potrebbe essere controproducente. Il ritmo di cambiamenti al quale è soggetta richiede infatti del tempo per analizzare le nuove funzionalità e capire le ottimizzazioni da implementare sul proprio sito web.
LEGGI ANCHE: Marketing e intelligenza artificiale: le risposte di Google e degli esperti
Sulla base dei dati attualmente in nostro possesso (è un esempio lo studio condotto da Semrush) sembrerebbe, e il condizionale è d’obbligo, che i risultati inclusi in SGE sono spesso presenti nelle prime 10 posizioni di Google per la stessa query di ricerca che fa attivare la risposta dell’AI. Inoltre, le stesse fonti presenti nel box, e nel carosello sulla destra, sono generalmente molto autorevoli all’interno della loro nicchia.

A ciò si aggiunge, inoltre, l’impatto che la nuova modalità di ricerca avrà sulla quantità di clic ricevuti dal nostro sito web. Potremmo ottenere più click se riusciamo a far comparire i nostri contenuti all’interno del box generativo, mentre rischieremo di ottenere meno clic se i nostri risultati, pur essendo nelle prime posizioni organiche, non appariranno nel box, a causa dello spazio occupato da SGE.
Al momento, quindi, possiamo affermare che le strategie SEO per SGE sono le stesse utilizzate per il posizionamento di un sito nei risultati di ricerca tradizionali. Sarà necessario continuare a seguire alcune best practice consolidate, come ad esempio:
- Creare contenuti di qualità: pubblicare articoli e materiali che rispondano esattamente alle intenzioni di ricerca degli utenti, seguendo le linee guida EEAT (Experience, Expertise, Authoritativeness, Trustworthiness).
- Creare un brand di valore: diventare un editore di contenuti autorevole sia sul blog che sui social media, che permettano di ricevere link naturali.
- Creare un profilo di backlink autorevole: cerca di acquisire backlink di qualità per migliorare la credibilità e la visibilità del sito.
- Lavorare sulle entities: analizzare e proporre le entities più vicine alla propria attività, come luoghi, persone, prodotti, servizi o eventi.
- Utilizzare il Knowledge Graph: approfittare del Knowledge Graph per generare risultati di ricerca più coinvolgenti.
- Implementare dati strutturati: usare dati strutturati, il formato standard che permette di fornire ai motori di ricerca maggiori informazioni sul contenuto con l’obiettivo di facilitarne la classificazione.
- Pubblicare contenuti originali e autorevoli: affidarsi a esperti del settore per creare contenuti utili e dettagliati.
- Ottimizzare le immagini: utilizzare immagini pertinenti, compresse e titoli che attirino l’attenzione degli utenti e incentivino i click.
- Scrivere titoli efficaci e univoci: creare titoli che contengano i termini più importanti dell’articolo e che siano invitanti e rilevanti per gli utenti.
- Studiare i competitor: analizzare cosa sta funzionando nei siti web concorrenti e modulare le proprie strategie sulla base delle analisi condotte.
LEGGI ANCHE: Checklist SEO 2024: tecniche on page, off page e strategia
L’arrivo di Google SGE, quindi, non deve essere visto come una minaccia. Al contrario, offre nuove opportunità per migliorare la visibilità online usando pratiche consolidate. È fondamentale continuare a focalizzarsi sulla creazione di contenuti di alta qualità che rispondano alle esigenze degli utenti.
Ottimizzare le ricerche conversazionali, utilizzare dati strutturati e lavorare sulle entities saranno aspetti cruciali per sfruttare al meglio le nuove potenzialità del Motore di ricerca. L’attenzione alla costruzione di un brand autorevole e alla pubblicazione di contenuti precisi e utili rimane centrale.
Cosa ne “pensa” Chat GPT di Google SGE
Ci siamo chiesti, infine, cosa “pensa” un’altra intelligenza artificiale sul futuro della ricerca basata sull’AI? Sembra un paradosso, ma chi meglio di Chat GPT (il chatbot di OpenAI) potrebbe rispondere?

Ecco il prompt che abbiamo fornito e la risposta di ChatGPT:
Sei pronto al cambiamento?