La Cina valuta la vendita di TikTok a Elon Musk
Guida galattica al viaggio nel tempo: è davvero possibile farlo?
Viaggiare nel tempo potrebbe essere scientificamente possibile, e a dirla tutta abbiamo anche le conoscenze per farlo (almeno in teoria)
21 Agosto 2019

L’uomo che ha viaggiato nel tempo
Un esempio vivente del fatto che il viaggio nel tempo è una realtà, anche se non ha certo una storia da raccontare degna di Interstellar, è Gennadij Padalka. Ex-cosmonauta russo, è la persona che detiene il record mondiale di tempo trascorso nello spazio. Con sei missioni spaziali e più di 800 giorni trascorsi in orbita, nel 2015 Padalka ha battuto questo interessante record, ma non solo questo. È anche il primo essere umano ad aver provato sulla propria pelle il viaggio nel tempo o, per dirla in termini più tecnici, ad aver vissuto gli effetti della teoria della relatività di Einstein. Quando Padalka è tornato sulla terra dopo il suo periodo più lungo passato ad orbitare intorno al globo a grande velocità (2 anni e mezzo), si è accorto che… era in ritardo! La terra era un quarantaquattresimo di secondo avanti nel tempo rispetto a quanto avrebbe dovuto essere. Boooom! Eccolo lì, il viaggio nel tempo. Certo, non si è manifestato sotto forma di una Delorean argentata alimentata a plutonio, ma questa è la realtà e non un film. E nella realtà, un quarantaquattresimo di secondo nel futuro è decisamente un viaggio nel tempo. LEGGI ANCHE: Dalla robotica alla realtà virtuale, così la tecnologia ci aiuta a stare meglio
Da Doc a Cooper, passando per Einstein
Facciamo un passo indietro, con un po’ di nozioni scientifiche. Perché se siamo abituati a sentire i discorsi di Doc in Ritorno al Futuro e Cooper in Interstellar, senza Einstein non avremmo forse avuto nessun film sul viaggio nel tempo. Perché è proprio la sua teoria della relatività a darci le informazioni necessarie per comprendere la possibilità del viaggio nel tempo. Secondo Einstein, infatti, la linea temporale non è fissa ma legata alla velocità e/o alla forza di gravità, e può accelerare o rallentare a seconda di quanto un oggetto (o una persona) si muove veloce. Mezzo secolo dopo, la sua teoria è stata confermata nel 1971, quando quattro orologi atomici sono stati messi in orbita e, tornati sulla terra, avevano registrato delle chiare, seppur minuscole, differenze temporali. Per la forza di gravità, invece, anche un esperimento molto più recente, che ha avuto luogo nel 2018 al traforo del Frejus, ha confermato che in quota il tempo scorre in maniera impercettibilmente più veloce che a valle. Tornando a noi, quindi, ecco confermata la tesi iniziale: viaggiare nel tempo non è solo possibile teoricamente, è qualcosa che abbiamo già sperimentato. Solo non abbastanza velocemente.
Viaggi nel tempo alla velocità della luce
“Dobbiamo solo andare più veloce”, suggerisce il dottor Ron Mallet. E se lo dice l’astrofisico autore di un libro che si intitola “Viaggio nel tempo: la missione personale di uno scienziato che vuole renderlo possibile“, allora ci crediamo. In fondo, è quello che sappiamo già far fare alle particelle subatomiche. Lo fanno quotidianamente al CERN di Ginevra, dove il Large Hadron Collider accelera le particelle fino al 99% della velocità della luce. E il loro tempo, di conseguenza, è 6.900 volte più lento rispetto al nostro. Insomma, le particelle di Ginevra viaggiano nel tempo verso il futuro costantemente. E l’uomo? Teoricamente, l’uomo potrebbe fare la stessa identica cosa. Il problema è solo uno: viaggiare alla velocità della luce. Se volessimo visitare la terra nell’anno 3.000 tutto ciò che dovremmo fare è un viaggio spaziale al 99% della velocità della luce. Se, per esempio, mettessimo un astronauta su una navicella spaziale che viaggia alla velocità della luce e lo mandassimo 500 anni luce dalla terra per poi riportarlo indietro, gli ci vorrebbero circa 1000 anni per completare la tratta. Tornerebbe sulla terra nell’anno 3019, ma “siccome il suo orologio interiore si sarebbe mosso a un centesimo della velocità sulla terra, il tempo passato per lui sarebbe di soli dieci anni”, come spiega Richard Gott. “Se lo guardassimo dal finestrino dell’astronave, ci sembrerebbe che facesse colazione con estrema lentezza. Eppure, per lui sarebbe tutto normale”. LEGGI ANCHE: Luglio 1969: il momento in cui l’uomo ha superato i propri limiti ed è nato il Moonshot Thinking