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illimity: il progetto dell’ex ministro startupper che vuole cambiare il modo di fare banca
Vi racconto la nascita di illimitybank, la banca ad alto tasso tecnologico e a dimensione umana
19 Settembre 2019


Una banca che va oltre la forma e le formalità
illimitybank.com è la terza anima del Gruppo illimity, startup bancaria lanciata nel 2018 da Passera, e caratterizzata da un modello di business fortemente innovativo e ad alto tasso tecnologico. La banca dichiara di “non avere ha legacy”, ovvero vincoli strutturali ereditati dal passato, né filiali fisiche e non prevede di averne e di non “corrompersi” come hanno fatto altri player bancari nati digitali per poi aprire sedi fisiche seguendo vecchi modelli. Le altre due divisioni del gruppo sono specializzate nel credito alle PMI ad alto potenziale, incluse quelle con rating basso o senza rating, e quelle del segmento PMI non-performing (Unlikely-To-Pay). La banca si propone anche l’acquisto di Crediti Distressed Corporate (assistiti da garanzia e senza garanzia) attraverso una propria piattaforma chiamata Neprix. Una scelta coraggiosa (e probabilmente anche redditizia) quella di supportare aziende che si trovano in situazioni complesse o vivono un momento di forte discontinuità, ma che con una seconda chance possono ridare valore all’attività e al territorio. Il ruolo sociale che rivestono le banche e la finanza in questo senso è davvero fondamentale per il traino dell’economia e per la vita di persone e imprese – lo dico da imprenditore a cui per anni è stato rifiutato un fido per il fatto di non avere immobili a garanzia – e alla richiesta di maggiori dettagli sulle attività a sostegno delle imprese in difficoltà dichiarate dal Gruppo illimity, Passera risponde in modo impeccabile:“La cosa più bella di fare il banchiere è poter aiutare le imprese ed essere ringraziati per aver permesso di superare una difficoltà e realizzare un progetto”.LEGGI ANCHE: Corrado Passera lancia la sua Illimity Bank: “Tutta digitale e in cloud”
Serviva davvero un’altra banca digitale?
Secondo Corrado Passera assolutamente sì. È vero che il mercato è affollato e competitivo, ma c’era bisogno allo stesso tempo di una banca completa nell’offerta dei servizi, con una solidità patrimoniale, sulla quale fare affidamento e con il mindset orientato a flessibilità e velocità per cavalcare il cambiamento.
Co-creata con una community di oltre 40.000 persone
Quello che mi ha colpito di illimity è stata la dimensione umana nella progettazione della piattaforma, dei servizi e del supporto al cliente. Come ha spiegato Carlo Pannella, altro top manager e founder del Gruppo, per definire il progetto è stata prima creata una community online di oltre 40.000 persone chiamata “Vai oltre la forma”, che ha contribuito al progetto, con idee e consigli, votati e alcuni già implementati. Anche qui il gruppo ha seguito le regole della “open innovation”, ovvero della co-creazione e della “co-immaginazione” del prodotto e del brand con il proprio pubblico di riferimento. Inoltre l’attenzione estrema alla Customer Experience, non si manifesta solo nell’interfaccia grafica, ma in molti facilitatori della routine quotidiana, che favoriscono una gestione consapevole del denaro, raccogliendo in un unico ecosistema strumenti per il risparmio, per i pagamenti, i prestiti e le assicurazioni integrati tra loro.

Si può fare? Sì, se credi di essere illimiter
In conclusione illimitybank.com è una banca-app ma con un tocco umano che strizza gli occhi ai nativi digitali e alle persone smart. Si può fare. È quello a cui ci stiamo abituando, è quello che vogliono i nativi digitali, gli imprenditori e i professionisti del digital. Sicuramente noi Ninja apprezziamo questo progetto di semplificazione delle nostre vite. È Airbnb che mi permette di prenotare e viaggiare e che se ho un problema lo risolve con il tempismo e la cura di un amico gentile, è Yescapa, la piattaforma con cui ho noleggiato un camper da privati e che era pronta a farmi interagire con lo staff in caso di qualsiasi problema. È così che oggi serve una banca. Le filiali non servono, ha ragione Passera, funzionano ancora per le vecchie generazioni, ma “questa è la banca di nuova generazione”. E aggiungo io, “per una nuova generazione”.