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Intelligenze Artificiali: robot cassieri, camerieri e… creativi
Insieme a Flazio abbiamo provato a rispondere ad una delle domande più scottanti del momento: perché l'innovazione tecnologica nel lavoro ci spaventa tanto?
17 Maggio 2017
Perché l’innovazione tecnologica nel lavoro ci spaventa tanto?
Perché questo lungo racconto, ti starai chiedendo. Cosa c’entra con le AI? Con una rapida ricerca su Google è semplice rendersi conto di come il problema della progressiva sostituzione degli operai destinati a mansioni meccaniche con l’automazione venga trattato, senza nessuna iperbole, alla stregua delle previsioni di Nostradamus. Si può realisticamente pensare che, nel giro di un paio di decadi, la maggior parte dei lavori faticosi, monotoni o non gratificanti verranno sostituiti da hardware e software? Sì, è abbastanza realistico. Il vero trauma nell’impatto dell’innovazione sulle società è che queste non sono mai intrinsicamente pronte (che innovazione sarebbe, altrimenti?). Il contesto sociale si forma e si costruisce sulle tecnologie disponibili, si modella sulle possibilità fruibili. L’adattamento è quindi sempre successivo all’introduzione dell’elemento innovativo perché è sugli squilibri che questa successione manifesta che si modellano le tecnologie del domani. Certamente il principio di precauzionalità (o principio di precauzione) ci impone di considerare i rischi derivanti dall’introduzione di alcune tecnologie e l’irreversibilità di alcune scelte, ma se ci sforziamo di considerare la tecnologia come elemento pervasivo della storia umana è facile rendersi conto che da quando abbiamo imparato a maneggiare il fuoco qualcosa è cambiato. Introducendo l’innovazione della cottura del cibo, l’uomo ha dimezzato i tempi e le risorse necessari alla digestione, diventando, a tutti gli effetti, più performante.Intelligenze Artificiali: ci “ruberanno” davvero il lavoro?
Alcuni temono l’automazione del lavoro più di altri. I cosiddetti creativi si sentono più al sicuro: è probabile che alcune capacità qualificanti dell’essere umano non siano così velocemente replicabili dalle attuali Intelligenze Artificiali. Amare, sognare, immaginare: sono ancora prerogative esclusive della nostra complessissima macchina organica, con tutti i limiti tecnici che essere vivi comporta.

Photoshop to Website: di che si tratta?
Personalmente lo ritengo il sogno di tutti i Designer, che progettano mockup su Photoshop, Illustrator o Sketch e che spesso vedono la propria idea implementata con poca precisione in Html, Css e Javascript. Adesso, trasformare un file di photoshop in un sito web in tre clic è finalmente possibile. Per sviluppare questa funzionalità è stato necessario il sacrificio di tanti capelli sulla scrivania e tante notti insonni per tutto il Flazio Team, ma alla fine siamo riusciti a creare un sistema che trasforma fedelmente un progetto, semplicemente disegnato su Photoshop, in un Sito Web vero e proprio, completo di tutto, online e interattivo. Un’impresa che prima di noi, in molti hanno provato a realizzare. Siamo riusciti ad ottenere un grado di fedeltà prossimo al 100% e continueremo ad investire risorse ed energie su questa innovativa funzionalità che rappresenta una svolta nel modo di costruire siti web. Lo scopo di questo strumento è quello di permettere ai designer di concentrarsi sul lavoro più importante: il disegno “puro” del sito, la parte creativa finalmente liberata da tecnicismi e complessità che rendono il lavoro di pubblicazione online, lungo e complesso. Tutto questo fa parte di una strategia più ampia volta a semplificare tutti i processi necessari alla costruzione di un sito web, e che non si limita a questa specifica funzionalità.
State semplificando il lavoro dei webdesigner o li indirizzate verso la disoccupazione?
Da sempre l’uomo velocizza e standardizza i processi ripetitivi. La piattaforma permette di concentrarsi sulla creatività, che costituisce il reale valore aggiunto effettivamente percepibile dal cliente: creare siti web in minor tempo e riduce la possibilità di bug. Penso che per molti anni a venire, gli algoritmi affiancheranno efficacemente chi lavora nel web, ma non saranno in grado di sostituirli. Ciò che stiamo sviluppando aiuterà a semplificare e ad ottimizzare i tempi del tipico processo creativo. Ammettiamolo: il Designer ha una vita dura fatta di stesura di preventivi e riunioni, progettazione, testing e debug e tutti questi processi richiedono molto tempo. Lo sappiamo tutti che il tempo è denaro e non tutti i progetti poggiano su budget da grande agenzia. Buona parte delle operazioni che un Web Designer è tenuto a fare per la realizzazione di un sito sono spesso noiose e ripetitive, e anche una piccola distrazione può essere causa dei bug più insidiosi. Standardizzare queste azioni noiose e ripetitive lascia alla creatività tutto lo spazio che merita.Cosa distingue il sistema di Flazio dai competitor? Che valore avete in più?
Se devo essere sintetico, la versatilità. Flazio è estremamente flessibile e lascia al creativo la libertà di disegnare il layout che ha immaginato per il cliente. Talmente facile che ogni tanto ci divertiamo a ri-creare in pochi minuti siti web famosi e particolarmente complessi con pochi click. Ora che la User Experience trova il suo giusto spazio nell’ecosistema del webdesign, Flazio è intuitivo perché l’utente conosce già la sua User Experience prima ancora di iniziare a creare il suo sito: basta un click per aggiungere un menù, aggiungere una pagina, ridimensionare una photogallery o un video. Flazio riesce a far fronte ad ogni esigenza, dalla più comune a quella più specifica, anche grazie al componente “Script” che permette di scrivere codice personalizzato o fare l’embed di risorse esterne. Abbiamo inserito una serie di funzionalità, come la sincronizzazione da e verso Facebook, ma è il connubio tra le funzionalità è la loro usabilità che crea il vantaggio competitivo della nostra piattaforma rispetto alle altre. Basta ritagliarsi qualche minuto per testare la piattaforma e comprenderne la filosofia per convincersi della sua potenza e versatilità.
L’impatto delle Intelligenze Artificiali sul mercato del lavoro si fa sempre più pesante. Come vedi il tuo lavoro e quello dei tuoi collaboratori fra cinque anni?
In termini informatici cinque anni sono un’eternità e non serve spingersi così lontano per immaginare ciò che succederà. L’Intelligenza Artificiale è già il presente e ha creato potenti interconnessioni con diversi settori, anche di natura non propriamente informatica. Non voglio sbilanciarmi troppo su quelli che saranno i prossimi sviluppi della nostra piattaforma, ma stiamo già lavorando in questa direzione: comprenderemo la tipologia di sito web che il cliente sta realizzando, e gli forniremo consigli cuciti su misura, e, con opportune strategie di Marketing Automation legate alle AI, miglioreremo ancora l’esperienza del creativo e di chi si avvicina al mondo del web design per la prima volta.E se un giorno una macchina fosse il tuo capo?
È uno scenario difficile da immaginare oggi, ma non è impossibile che si verifichi. Basti pensare a quanti salti in avanti abbiamo fatto negli ultimi anni nel campo del riconoscimento vocale o dei parametri biometrici per capire quanto imminente possa essere un cambiamento del genere. Una macchina avrà sicuramente una capacità e una predisposizione maggiore a valutare tutte le variabili in gioco e tutti i possibili scenari prima di compiere una scelta, e in questo sarà certamente migliore di noi comuni mortali, ma lascerà certamente meno spazio alle intuizioni che spesso fanno la differenza nel business. Vedo ancora l’AI come un assistente che aiuti a notare dettagli o come un prodigioso suggeritore di idee che lascerà sempre all’uomo l’ultima parola.