Il 56% delle aziende italiane sceglie il lavoro ibrido
Scopri i benefici e le sfide secondo il Report Smartworking 2024 di Great Place to Work Italia
30 Ottobre 2024
A quattro anni dall’emergenza Covid-19, molte aziende italiane hanno adottato il lavoro ibrido come nuova modalità operativa.
Secondo una ricerca di Great Place to Work Italia, che ha intervistato quasi 21mila dipendenti di 33 ambienti di lavoro eccellenti, il 56% di queste organizzazioni ha scelto il lavoro ibrido per incrementare la soddisfazione e la produttività dei collaboratori.
Il lavoro ibrido permette di mantenere un equilibrio tra presenza in ufficio e lavoro da remoto, trasformando il modo di lavorare in Italia.
Il modello ibrido domina tra le aziende eccellenti
Le aziende italiane di successo stanno adottando il lavoro ibrido, con una prevalenza del 56% rispetto alla media nazionale.
In un contesto in cui il lavoro in presenza è ancora dominante in Italia (74%), le organizzazioni d’eccellenza stanno sfruttando il lavoro ibrido per promuovere flessibilità e benessere lavorativo, dimostrando un approccio più moderno e adatto alle nuove esigenze dei dipendenti.
I vantaggi del lavoro ibrido secondo il Report Smartworking 2024
Il Report Smartworking 2024 di Great Place to Work Italia mette in luce come il lavoro ibrido contribuisca a migliorare l’esperienza lavorativa.
In particolare, i dipendenti che lavorano 2 o 3 giorni a settimana da remoto riportano una maggiore soddisfazione, mentre chi lavora 4 giorni in smart working tende a percepire minori benefici, evidenziando che il lavoro ibrido è la scelta più vantaggiosa per molte organizzazioni.
Lavoro ibrido e tecnologia: strumenti essenziali per il successo
Affinché questa formula possa esprimere appieno il suo potenziale, è essenziale che le aziende forniscano tecnologie adeguate e supportino una cultura aziendale solida.
Chi lavora 4 giorni in remoto percepisce spesso una maggiore difficoltà nel ricevere supporto tecnico e manageriale, dimostrando che il successo del modello ibrido dipende da una tecnologia efficace e da una comunicazione aziendale strutturata.
L’equilibrio vita-lavoro: un valore aggiunto
Il lavoro ibrido consente ai dipendenti di bilanciare meglio lavoro e vita privata, riducendo i costi di trasporto e aumentando l’autonomia.
Tuttavia, secondo l’indagine, chi lavora 4 giorni a settimana da remoto sperimenta un calo nella percezione dell’equilibrio vita-lavoro rispetto a chi lavora da remoto per 3 o 5 giorni. Il lavoro ibrido si conferma quindi un modello vantaggioso per rispondere ai bisogni dei lavoratori.
Una sfida per i manager
Gestire team in un contesto di lavoro ibrido richiede ai manager di adottare uno stile di leadership flessibile.
L’indagine mostra che i lavoratori che operano 4 giorni in remoto percepiscono difficoltà nella comunicazione con i leader, segnalando la necessità di migliorare le competenze manageriali per una gestione efficace del lavoro ibrido.
Come la flessibilità promuove la creatività
Lavorare dividendosi tra casa e ufficio, secondo il Report Smartworking 2024, stimola l’innovazione tra i dipendenti, che percepiscono maggiori opportunità creative rispetto al full remote o al lavoro completamente in presenza.
Tuttavia, il modello “quasi full remote” di 4 giorni a settimana appare meno vantaggioso, dimostrando che un equilibrio tra lavoro in ufficio e da remoto promuove al meglio la creatività.
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Percezione dell’equità salariale e vantaggi economici del lavoro ibrido
Il lavoro ibrido contribuisce a migliorare la percezione dell’equità salariale tra i dipendenti, grazie alla riduzione dei costi di trasporto e a un miglior equilibrio vita-lavoro.
I dati mostrano che i dipendenti che beneficiano del lavoro ibrido sentono una maggiore equità economica e un miglior benessere complessivo, riflettendo l’impatto positivo della flessibilità lavorativa sulla soddisfazione personale e professionale.
Le parole di Alessandro Zollo, CEO di Great Place to Work Italia
Secondo Alessandro Zollo, CEO di Great Place to Work Italia, il lavoro ibrido rappresenta un vantaggio strategico, soprattutto in un contesto di rapido cambiamento.

“L’analisi che abbiamo condotto per capire lo stato dell’arte in Italia sul tema dello smart working parte come sempre dall’ascolto dei collaboratori“, ha spiegato Zollo. “La voce delle persone è stata molto chiara: c’è un discrimine evidente tra lavoro ibrido e full remote. Cambiano le logiche organizzative, le capacità manageriali, gli strumenti, le tecniche di coinvolgimento e di comunicazione. La scelta va presa quasi a livello del modello di business che si vuole mettere a terra poi organizzativamente. Il modello ibrido rimane comunque vincente, soprattutto oggi che si sentono echi di restaurazione, tipici dell’incapacità di adattamento a un mondo che cambia, e lo fa molto velocemente.”