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Come rilanciare il Made in Italy nel mondo grazie a eCommerce e digitalizzazione
Le sinergie tra settori, territori, imprese e organizzazioni diventano un fattore competitivo di successo
18 Maggio 2021


Obiettivo digitalizzazione
Qual è il principale freno alla digitalizzazione per le pmi? Le nostre imprese pagano il conto di un gap tecnologico e di capitale umano accumulato negli anni. Al 2018, solo il 22,3% delle imprese utilizzavano tecnologie come il cloud e computing e solo il 7% i big data. Inoltre, anche le competenze digitali dei nostri professionisti sono rimaste indietro. È per questo che come ICE investiamo molto in progetti formativi in ambito digitale, ma anche sulle nuove tecnologie, come la blockchain, che potranno aiutare le nostre imprese a colmare il ritardo degli ultimi anni. La pandemia ha dimostrato la grande capacità del nostro settore produttivo di accelerare e modificare processi e mezzi quando le circostanze lo richiedono. Questa capacità è sicuramente la base di partenza che ci permetterà di cogliere i grandi vantaggi che deriveranno dalla transizione digitale prevista dal PNRR. L’eccellenza manifatturiera italiana può fare da volano al rilancio dell’economia del Paese? Assolutamente può e lo farà. Le nostre imprese sono particolarmente apprezzate all’estero per la loro eccellenza manifatturiera e tradizione artigiana che conferiscono loro una grande capacità di adattamento e flessibilità, rendendole capaci di offrire un servizio quasi su misura per ciascun cliente. Inoltre, durante la pandemia abbiamo assistito a un aumento dell’export di prodotti intermedi, perché l’Italia è riuscita a sostituirsi ad altri Paesi storicamente esportatori che, non godendo della stessa flessibilità, hanno risentito maggiormente delle restrizioni derivanti dalla pandemia. Il 2021, secondo il nostro Rapporto ICE – Prometeia sulle prospettive dei mercati esteri, sarà l’anno della ripresa. Se le nostre imprese sapranno conciliare la tradizione manifatturiera coi nuovi trend di mercato – digitale, innovazione, sostenibilità – potrebbero riportare l’export ai livelli pre-Covid già entro la fine dell’anno per i settori meno colpiti, entro il 2022 per quelli che hanno maggiormente risentito della crisi pandemica.