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Moby e quel copy tutto sbagliato che il web accusa di xenofobia
La società si giustifica, con una difesa basata sul valore del made in Italy e del lavoro, ma sui social network la polemica non accenna a placarsi
13 Marzo 2018
La vicenda
Da qualche giorno su Facebook e su Twitter una nuova polemica sta investendo Moby, società di navigazione che collega Sardegna, Corsica e Isola d’Elba con traghetti da Genova, Livorno, Civitavecchia e Piombino, che da un po’ di tempo ha scelto come slogan “navighiamo italiano”, sia per gli annunci online che per quelli su carta stampata. I commenti arrivano però dalla scelta specifica del messaggio accompagnato all’immagine delle pubblicità a stampa: “Il nostro personale? Tutto italiano”.
Le spiegazioni
Nessun errore, sembra, dato che già in un post su Facebook di gennaio di Moby e Tirrenia (della stessa società) si legge: “Avere a bordo tutto personale italiano per noi non è solo un modo per garantire un lavoro alla nostra gente e alle nostre famiglie. Significa anche solcare il mare sulle nostre navi che collegano ogni giorno la Sardegna, la Corsica e l’Elba con quello stile e quella qualità che tutto il mondo ci invidia”. Puntare sul made in Italy, insomma, il senso della scelta comunicativa.Una pubblicità sbagliata
Eppure quella di Moby, da un punto di vista puramente di marketing, sembra davvero una scelta sbagliata. Anche perché non si tratta di un’immagine destinata al volatile (e volubile) mondo dei social network, ma di un annuncio stampa, di quelli destinati a restare negli archivi delle emeroteche e a parlare di noi, dell’Italia e degli italiani nel 2018 alle future generazioni, a quegli studiosi che tra cento anni si chiederanno quale fosse la reale cultura di questo tempo. Forse stiamo un po’ esagerando puntando lo sguardo a quel futuro remoto (e chissà se qualche studioso si prenderà ancora la briga di sfogliare le pagine di riviste e quotidiani), ma quella frase, soprattutto perché associata a quella immagine, colpisce davvero.