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Moleskine Café, dalla carta al café littéraire: intervista al CEO Arrigo Berni
Moleskine apre a Milano il Moleskine Café, uno spazio per favorire la creatività ed il dialogo
20 Febbraio 2017




Partiamo dall’inizio: perché Moleskine ha deciso di inaugurare un café?
Il Moleskine Café è la naturale evoluzione della nostra marca. Siamo partiti 20 anni fa dal taccuino, uno strumento che aiuta l’organizzazione del tempo e delle idee, soprattutto in situazioni di mobilità, quando si è in viaggio, in treno, in movimento. Da lì siamo arrivati ad altri oggetti che svolgono la stessa funzione di supporto ai processi creativi, penne, matite, taccuini speciali ottimizzati per il lavoro in remoto, app per il trasferimento dei contenuti dalla carta al digitale, borse per contenere gli oggetti che compongono i nostri uffici mobili, per popolazioni creative sempre più in costante movimento.

Come descriverebbe l’anima del Moleskine Café? Quali sono i dettagli o le caratteristiche di cui va più orgoglioso?
Quel che ci riempie di orgoglio è vedere come il concept e il design si siano tradotti perfettamente nel vissuto quotidiano. L’atmosfera e la fruizione è quella che ci immaginavamo, un mix di persone che si fermano a leggere, a lavorare a computer, a conversare pacatamente. E ogni tanto un evento, presentazioni di libri, mini mostre, per un pubblico di insider delle industrie creative o di semplici curiosi. Molto rappresentato il pubblico internazionale, anche questo motivo di orgoglio: Moleskine si conferma una marca con un’identità prettamente internazionale, non legato a un’appartenenza nazionale.
Il luogo – Milano, la zona di Brera – ha influenzato il modo in cui il progetto è stato sviluppato?
Brera l’abbiamo scelta perché offre il giusto mix di residenti, imprese attive nelle industrie creative, studenti, viaggiatori, showroom, boutique, ma anche vecchie botteghe, con il nostro glorioso vicino di casa, Rossignoli Cicli. Strade vissute, popolate, dense, con una storia e con un tocco di eleganza milanese. Ma testeremo anche altri terreni, con altri mix di popolazioni e di atmosfere. In Moleskine non smettiamo mai di sperimentare.Come si immagina il futuro di questo progetto? Avete in programma di esportare questo format in altre città?
Per noi questo era solo un test, un prototipo. Il progetto è pensato per avere sviluppi globali. Si tratta di un formato nuovo, dovevamo sperimentarlo sotto casa, per poi replicarlo nel mondo. Milano, piccola metropoli globale, sede dei nostri HQ internazionali, è un terreno particolarmente favorevole per questi test, perché ha le caratteristiche di una New York, Londra o Parigi in termini di mix di popolazioni, senza essere così dispersiva. Stiamo ricevendo vari segnali di interesse per esportare il modello altrove, a cominciare dalle grandi capitali culturali del mondo.