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La campagna Nike che sta facendo il giro del mondo, spiegata
Colin Kaepernick è il volto della nuova campagna Nike contro la discriminazione verso le minoranze etniche negli Stati Uniti
10 Settembre 2018

Il dibattito sui social media: tra boicottaggio e ammirazione
Ovviamente, la campagna ha scatenato, attraverso reazioni polarizzanti, i social media: qualcuno ha bruciato pubblicamente le proprie Nike, altri hanno fatto chapeau alla multinazionale che ha fatto proprie anche altre storie coraggiose di atleti famosi – come Serena Williams – un marchio di fabbrica. Sono molti, però, i sostenitori di Trump che minacciano di boicottare Nike e proprio sui social, su Twitter, stanno già diffondendo hashtag come #NikeBoicott, #Nikeburn e #JustBurnIt. Prende parte a questa battaglia mediatica anche lo stesso figlio di Trump, Donald Trump Jr, che pubblica sul proprio profilo Instagram la stessa frase veicolata nella campagna di Nike ma associata al faccione, nello stesso bianco e nero, di suo padre, con la caption “Eccola, corretta per voi”.La strategia di comunicazione e l’etica pubblicitaria
Il coraggio di Nike, però, si sta rivelando un boomerang anche a livello finanziario, con un crollo di 4 miliardi di capitalizzazione dei titoli della società in borsa. Alla luce di questi fatti emerge con urgenza una domanda: ne è valsa la pena? Risulta doveroso fare una riflessione: qual è il confine tra una strategia di comunicazione efficace che, per definizione, deve portare profitti al brand e i valori intrinsechi che il brand stesso personifica e ha l’obbligo – per coerenza e moralità – di comunicare?“Non chiedetevi se i vostri sogni sono folli. Piuttosto, chiedetevi se sono folli abbastanza”. Commercial Dream Crazy by NikeL’etica pubblicitaria è un concetto che troppo spesso viene tenuto a far la muffa nel retrocranio da chi fa questo mestiere. Ogni messaggio pubblicitario che può potenzialmente raggiungere un audience ampio e trasversale è necessariamente una questione etica e di responsabilità da parte di chi lo diffonde. In particolare oggi, in una società in cui le persone sono brand e i brand sono persone, e la differenza tra le due cose è sempre più labile, le marche devono tener fede alle proprie promesse – per quanto borderline possano essere. LEGGI ANCHE: Tim Cook ricorda Steve Jobs nel discorso agli studenti: “Siate coraggiosi” Il Rolling Stone che pubblica una copertina dai colori arcobaleno e la scritta “Io non sto con Salvini” è l’espressione di questo concetto.
