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Perché Amazon non fa rebranding da quasi 18 anni (e non cambia logo)
Come si è evoluto nel tempo il logo del colosso dell'eCommerce e perché è rimasto invariato così a lungo
7 Novembre 2018

Storia di Amazon e del suo logo
Fondata nel 1994, Amazon non era altro che una piccola libreria online. Oggi invece è un’azienda da svariati miliardi di dollari che vende migliaia di prodotti in tutto il mondo. Dalle attrezzature sportive ai pc e ai film in streaming, Amazon è passata anche all’offline, con l’apertura dei sui Amazon Go. Un fattore che ha aiutato Amazon nella sua scalata verso il successo è stata anche l’unicità del suo logo. Le persone di tutto il mondo riconoscono ormai quella scritta, che torna a balenare nella loro mente ogni qual volta c’è bisogno di fare un regalo, di comprare qualcosa per la casa o di cambiare il proprio smartphone. Questo perché si tratta innanzitutto di un logo semplice ed efficace. Quando Amazon iniziò come libreria online, creò un logo che pubblicizzava esclusivamente questo: sotto una A trasparente compariva la scritta “Amazon.com la più grande libreria della terra”. Lo sfondo era una trama che ricordava l’acqua, per fornire un’immagine rassicurante in un mercato nascente in cui Amazon cercava già di lasciare il segno. Nel 1998, poi, Amazon iniziò ad espandersi. Una grande selezione musicale fu aggiunta alla collezione di libri e Bezos decise di creare un logo per commercializzare la nuova offerta: uno sfondo semplificato, bianco e la sottolineatura dorata della scritta Amazon. Una versione più diretta e già più piacevole alla vista nella sua versione online, per raggiungere un pubblico più ampio. Solo nel 2000 Amazon ha introdotto il logo che la maggior parte delle persone riconosce oggi, quello che include la freccia gialla sotto la scritta e l’indirizzo web dell’eCommerce. Sebbene qualche anno fa Amazon abbia fatto un leggero restyling del logo, non c’è stato mai un cambiamento radicale dell’identità visiva dell’azienda. Sono infatti rimasti invariati gli elementi basilari: il sorriso-freccia giallo, il font in minuscolo, la sottolineatura della lettere A e Z.
Perché il logo funziona
Al volgere del millennio, nel 2000, quando il team di Jeff Bezos si rivolse a Turner Duckworth alla ricerca di un rinnovamento della propria identità visiva, lo shop online era noto ancora solo per la vendita di libri, ma aveva già ben chiaro in mente cosa avrebbe dovuto comunicare il logo: “Doveva ricordare alla gente quello che era stato già fatto prima, senza ‘spaventare il mercato’, secondo quanto spiegò all’epoca lo stesso Bezos. Ma voleva anche esprimere due cose: una era che la società ora vendeva tutto su internet, l’altra era che sarebbe stato il marchio più consumer-friendly su Internet“. Il risultato del brainstorming fu quello che vediamo ancora oggi. Il sorriso simboleggia la cura del servizio al consumatore, ma agisce anche come una freccia che collega la A alla Z, comunicando la vasta gamma di articoli disponibili per la vendita (dalla A alla Z, appunto). La scritta, invece, rimase in lettere minuscole per una impossibilità di trasformare il font in maiuscolo. Dunque, mentre Google, Facebook e Instagram hanno affinato o ridisegnato i loro loghi nella loro vita relativamente breve, Amazon ha mantenuto il suo design più o meno dall’inizio del nuovo millennio. Secondo Duckworth, che si occupò del rebranding, la familiarità del logo risiede nella semplice decisione di Amazon di stamparlo su ogni confezione. Recentemente l’agenzia ha scoperto che, dal momento in cui il progetto è stato completato, il logo è stato stampato circa 100 miliardi di volte solo sulle scatole. “Portare il sorriso nelle mani delle persone era una parte importante del messaggio che l’azienda voleva comunicare”. Si trattava della consegna di una promessa che il brand aveva fatto ai suoi clienti.