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Il Robot Hotel giapponese “licenzia” metà del suo personale robotico
Dai receptionist ai portieri, pare che nessuno svolgesse correttamente la sua funzione
16 Gennaio 2019

Receptionist, portieri e facchini, tutti licenziati
Tra i “licenziamenti” del Robot Hotel in Giappone anche quello della bambola assistente presente in ogni camera d’albergo chiamata Churi. Se Siri, Google Assistant e Alexa sono ormai in grado di rispondere facilmente a domande sugli orari di apertura e chiusura delle aziende locali, Churi non è stata in grado di farlo. Quando gli ospiti dell’albergo le chiedevano “A che ora apre il parco a tema?”, ad esempio, la sua risposta non era mia attendibile. Churi, che avrebbe dovuto aiutare i clienti, sostituendo il concierge umano ha fallito. Anche i due robot Velociraptor posizionati al check-in sono stati ritirati perché anche in questo caso erano i lavoratori umani a dover svolgere sostanzialmente il loro lavoro, fotocopiando manualmente i passaporti degli ospiti. Così come i due portabagagli robotici: avrebbero dovuto accompagnare i clienti solo in 24 delle circa 100 stanze dell’hotel, ma se pioveva o nevicava non erano più in grado di farlo e spesso si bloccavano tra loro incrociandosi. Infine, il robot portiere dell’hotel non sapeva rispondere alle domande sugli orari dei voli o sulle attrazioni turistiche nelle vicinanza ed è per questo stato sostituito da una persona in carne e ossa.