Scrivere articoli SEO con l’AI efficaci: cosa dicono gli studi e come farlo bene
Gli articoli scritti dall'AI si posizionano bene quanto quelli umani? Secondo le ricerche pare di no, e il motivo è evidente
31 Luglio 2024
La battaglia “umani versus intelligenza artificiale” si sta sviluppando principalmente su due campi: quello della grafica e della scrittura.
Quest’ultimo in particolare è un argomento affascinante, soprattutto per chi come me lavora come SEO content strategist e copywriter da molti anni, e oggi cavalca l’enorme cambiamento di come i contenuti vengono prodotti e fruiti con l’AI.
In fondo le intelligenze artificiali generative come ChatGPT sono prima di tutto modelli testuali, e il primo scossone alla nostra supremazia umana è arrivato proprio lì, in quello che pensavamo fosse nostro appannaggio: la creatività nella produzione linguistica.
Nell’ultimo periodo, ad esempio, la scrittura di articoli SEO con l’AI si è consolidata, diventando per alcuni una concreta alternativa a quella umana. Ma rimangono in realtà alcune questioni da chiarire.
La prima: è davvero efficace?
Lo scopo dei contenuti SEO è duplice: da una parte posizionarsi bene sui motori di ricerca, dall’altra essere anche una risposta utile, completa, rilevante, in ultima analisi piacevole da leggere per gli esseri umani che ne fanno uso.
L’AI è in grado di ottenere entrambi i risultati? Come vedremo nel corso di questo articolo (spoiler), ricerche recenti dimostrano di no.
È chiaro che non c’è gara per quanto riguarda il costo di un articolo SEO scritto con l’intelligenza artificiale. Come ha rilevato Neil Patel nella sua analisi dei contenuti scritti con l’AI, i chatbot di intelligenza artificiale come ChatGPT possono produrre un articolo in appena un quarto del tempo (16 minuti contro 69 minuti) necessario a un essere umano per scriverne uno (e anche un’ora sarebbe un tempo molto ridotto).
Ma a disparità di costo, quale disparità di risultati corrisponde?
Secondo gli studi che vedremo, i contenuti umani performano meglio su Google per tutti i principali indicatori, dimostrando che il tocco della carne è ancora molto rilevante nei risultati SEO.
Quindi sto dicendo che l’AI non è utile per la SEO e che andrebbe evitata?
No, sarebbe anacronistico pensarlo: la verità è che ci sono strumenti e tecniche professionali per scrivere articoli SEO efficaci con l’IA, dagli strumenti specializzati nel content writing ai prompt avanzati da usare su ChatGPT.
Ma prima di vederli, è importante capire qual è lo stato dell’arte in questa annosa battaglia.
Contenuti SEO AI VS umani: cosa dicono i numeri?
Negli ultimi anni gli studi su questo fenomeno si sono sprecati.
Non è possibile dare una risposta definitiva, ovvio. I continui avanzamenti dei modelli di intelligenza artificiale sono in grado di sorprenderci ogni volta, superando limiti che pensavamo fossero insuperabili e rendendole sempre più “umane”.
Ma soprattutto, è difficile creare dei parametri oggettivi per valutare la bontà di una forma espressiva creativa come la scrittura. Cos’è un bel testo? In base a quali parametri? Chi lo valuta?
Per fortuna, l’arte della scrittura SEO ha caratteristiche specifiche che la rendono più facilmente misurabile in base a una singola cosa: i risultati che porta.
Gli articoli scritti con l’AI si posizionano su Google tanto bene quanto quelli umani?
Mountain View, dopo un iniziale periodo di attacco nei confronti dell’intelligenza artificiale, ha aggiornato le sue linee guida in maniera molto democratica: semplicemente il posizionamento in SERP dipende, secondo le indicazioni di Google sui contenuti creati con l’AI, dalla volontà di “premiare i contenuti di alta qualità, a prescindere da come siano realizzati“.
Ma nel concreto cosa significa, dati e numeri alla mano? Ci hanno pensato varie fonti autorevoli a fare questo genere di analisi.
Secondo SurferSEO e GravityWrite, ad esempio, i contenuti umani tendono a essere più coinvolgenti e autorevoli rispetto a quelli generati dall’IA. Non è solo una questione di grammatica e struttura, ma anche di quella scintilla creativa che gli esseri umani possono infondere nei loro testi. Gli articoli scritti da persone reali, pare, riescono a mantenere l’attenzione del lettore e a costruire una connessione più autentica.
LEGGI ANCHE: Cos’è e come funziona Google SGE
Ma perché? È quello che voleva capire Marketing Insider Group, e per farlo ha realizzato uno studio di 10 settimane su 60 articoli di blog, divisi equamente tra autori umani, AI (ChatGPT 3.5) e infine un approccio ibrido (cioè un primo draft creato dall’IA, poi fortemente rielaborato dall’uomo).
I risultati dello studio sono stati una schiacciante vittoria umana per quanto riguarda i ranking su Google, sia come posizionamento rispetto alle keyword target, sia come traffico e visibilità.

Il verdetto, secondo gli autori, è unanime (almeno per il momento): se la scelta fosse tra articoli SEO completamente scritti dall’AI o articoli totalmente umani, questi ultimi avrebbero la meglio per motivi quali:
- autenticità: i contenuti umani eccellono in originalità e personalizzazione, inserendo prospettive uniche e un tocco personale che piace sia ai lettori che a Google (che in ultima analisi premia appunto ciò che piace ai lettori umani);
- creatività: anche negli articoli SEO una scrittura creativa, con giochi di parole, battute, domande retoriche per coinvolgere il lettore, e in generale quell’empatia tutta umana, fa la differenza;
- fiducia: forse la più importante delle variabili, perché i contenuti umani vengono percepiti come più affidabili, probabilmente grazie ai due elementi sopra.
Umano è meglio, ma non tutti gli umani
Pur avendo già raggiunto ottimi livelli di produzione testuale, l’AI rimane infatti spesso fredda, ripetitiva, scontata, in una parola (quanto mai azzeccata) robotica.
È facile, specialmente per chi ha competenze linguistiche ben sviluppate, accorgersi di star leggendo un testo a tutti gli effetti artificiale, e stando ai risultati di questo studio, questa consapevolezza deve avere un impatto sui comportamenti del pubblico (umano) su questi testi.
Un altro studio interessante è quello di SEOwind, che come il precedente ha analizzato i risultati in termini di posizionamento ed engagement di diversi articoli, ma che ha scelto di confrontare variabili diverse per quanto riguarda gli autori. Ha infatti utilizzato:
- un articolo scritto da un copywriter di grande esperienza, specializzato nella SEO e con conclamate capacità di confezionare articoli interessanti;
- un articolo scritto da un copywriter di medio livello, tramite un servizio generico di content marketing;
- e un articolo scritto a due mani, o meglio due mani e un chip, tramite il software di SEOwind stesso e un esperto di marketing (non copywriter).
A tutti e 3 è stato fornito lo stesso brief, molto completo dal punto di vista SEO e delle informazioni sulla stesura, incluso l’outline dell’articolo.
L’esperimento è molto interessante e SEOwind offre proprio la possibilità di confrontare i risultati e di “indovinare” quale testo appartiene a quale autore (tu ci hai preso? Io sì).
L’aspetto ironico è che la maggior parte dei voti sono ricaduti…sull’articolo scritto dal copywriter di medio livello.

I risultati hanno incoronato il cyborg (chiamato proprio CyborgMethod™ dall’azienda) come vincitore nella maggior parte delle categorie analizzate, dimostrando che:
- ottenere risultati di alta qualità con i contenuti AI è possibile, ma solo se affiancata dall’esperienza e dalla capacità di un professionista umano (nei takeaways dello studio, SEOwind aggiunge che senza limiti di tempo e di risorse economiche un copywriter esperto coadiuvato dall’AI avrebbe superato le performance del CyborgMethod™)
- L’AI può creare contenuti paragonabili a quelli di un copywriter non esperto o di media qualità, con differenze anche rilevanti tra un modello e l’altro. I copywriter “nella media” saranno probabilmente rimpiazzati dall’AI in questo senso, mentre quelli più esperti ed efficaci riescono a massimizzare il proprio valore e i risultati che ottengono grazie all’AI (se le aziende sono disposte a investire sul content marketing, s’intende).
Scrivere articoli SEO con l’AI nell’approccio ibrido: come farlo bene
Questi studi però non servono tanto a rafforzare il nostro senso di superiorità come umani, martoriato dai continui miglioramenti dell’AI in tutti i campi possibili (ok, un po’ sì, lo ammetto).
Piuttosto ci sono utili per identificare le best practice da utilizzare nella scrittura di contenuti SEO nel 2024, in un mondo in cui l’intelligenza artificiale sembra pronta a fare tutto meglio di noi, persino il caffè.
Ma nel quale non dobbiamo dimenticarci che la vera forza dell’AI non risiede nella sostituzione, quanto nell’integrazione.
Sempre dai risultati dello studio sopra infatti emergono quelli che sono gli elementi chiave per scrivere articoli con l’AI di qualità elevata, ovvero:
1. Realizzare brief dei contenuti SEO accurati
Dalla ricerca keyword all’analisi dei competitor, passando per la comprensione dell’intento di ricerca e la definizione dell’outline di un articolo, quello che si fa prima di iniziare anche solo a pensare alla scrittura stessa è la parte più importante del lavoro.
Un esperto SEO può selezionare e ordinare le informazioni fornite dall’AI con cognizione di causa, assicurandosi non solo di coprire i contenuti giusti ma anche di farlo in modo da rispondere alle necessità degli utenti.
LEGGI ANCHE: Le 4 (+1) C da tenere a mente per sviluppare la tua content strategy
2. Curare l’arte del prompting
Modelli come ChatGPT ci danno l’impressione di avere a che fare con un’entità tanto avanzata da poter capire e assolvere alle nostre richieste come farebbe un umano. Non è così.
Le ricerche dimostrano chiaramente che la maggior differenza in termini di risultato la fa la qualità del prompt che viene immesso.
Non è la stessa cosa scrivere:
- “scrivi un articolo di 2000 parole sulla keyword “KEYWORD”
oppure
- “Sei un content writer esperto nella SEO, in grado sia di fare ricerche avanzate per definire una content strategy sia di scrivere articoli appassionanti, ispirazionali, divertenti e utili per i lettori.
Crea uno schema per un articolo di 2.000 parole sulla parola chiave “KEYWORD” basato sui primi 5 risultati di Google. Questo schema deve essere molto dettagliato e completo, in modo da poter creare un articolo di 2.000 parole a partire da esso.
Includi titoli pertinenti in H2, H3 e H4 dove possibile. Mantieni alta la densità di parole chiave dei titoli.
Per ogni sezione della bozza, includi il numero di parole.
Includi anche la sezione delle domande frequenti (FAQ), basata sulla sezione “People also ask” di Google per la parola chiave.
Genera un elenco di parole chiave LSI e NLP correlate alla mia parola chiave. Includi anche qualsiasi altra frase correlata alla parola chiave, e inseriscile nello schema dove rilevanti.
Fornisci un elenco di 3 link esterni pertinenti da includere e il testo di ancoraggio consigliato. Assicurati che non si tratti di articoli concorrenti.”
Ben diverso, vero?
Questo è un prompt di livello avanzato, che comprende una parte di preparazione del modello al compito su cui lo si sta interpellando (in fondo anche le AI hanno bisogno di un po’ di infusione di autostima, di tanto in tanto) e dettagli SEO rilevanti per ottenere un risultato di alta qualità.
È uno delle decine che ho preparato e testato nei miei articoli, e che utilizzo a seconda della circostanza come base di partrenza per la scrittura di articoli SEO efficaci (anche se, come vedremo a breve, non è questo genere di Master Prompt unico l’approccio più efficace).
La risposta a questo prompt non sarà un articolo pronto da pubblicare, ma una bozza di outline dell’articolo, da confrontare con la propria esperienza SEO, con le informazioni fornite dai vari strumenti di analisi che utilizziamo, con una verifica manuale dei competitor, e soprattutto da integrare manualmente, prima di darlo di nuovo in pasto all’AI per ottenere un gradino in più sulla scala del contenuto SEO completo e di qualità.
Dopo anni che uso l’AI in questo modo, infatti, ancora mi chiedo se davvero i contenuti scritti con l’AI garantiscano un risparmio di tempo a noi content writers.
Sicuramente ci permettono di avere risultati migliori, come confermato dallo studio di SEOwind, ma perché siano altrettanto efficaci il lavoro manuale e creativo necessario è (per fortuna) ancora molto.
3. Partire da una conoscenza approfondita (umana) dell’argomento

Una delle feature più incredibili dell’intelligenza artificiale è la sua capacità di “sognare”, ovvero di mettere insieme stimoli esistenti per creare un output completamente nuovo e diverso dagli input originali. È qui che risiede la sua “creatività”.
Questo però significa che è una caratteristica intrinsica dei LLM il fatto di avere occasionali “allucinazioni AI“, cioè risposte completamente false e inventate, ma spesso presentate come certe e verificate.
Da qui l’importanza di utilizzare l’AI per scrivere articoli SEO di cui l’essere umano alle spalle della macchina sia davvero esperto.
Questo assicura sia la presenza di un filtro di verifica tra le informazioni fornite dall’AI e quello che poi viene effettivamente scritto e pubblicato, sia che l’input umano contribuisca a creare un testo interessante, personale, autentico, originale.
Non semplicemente una riscrittura trita e ritrita dei contenuti già presenti online (con tanto di problematiche legate al plagio e al copyright).
Tutto ciò che, come abbiamo visto dalle ricerche, contribuisce poi a garantire che l’articolo performi bene, sia con i lettori che con Google.
4. Usare strumenti di scrittura AI adeguati per i testi lunghi
Non tutte le intelligenze artificiali sono state create uguali. Alcune performano bene nel rispondere a compiti matematici, altre sono state specializzate sul campo medico, altre ancora, appunto, per la SEO.
Scrivere articoli long-form ottimizzati per SEO è una delle sfide più complesse per un modello di linguaggio di grandi dimensioni (LLM), per varie ragioni.
Il motivo principale è che questi strumenti hanno una memoria limitata: possono gestire solo un certo numero di token (input e output) alla volta. Anche se questo numero è già oggi di diverse migliaia, un articolo di 2.000 parole con il brief completo (input) e l’output di scrittura può facilmente superare la capacità di memoria del modello, considerando anche le parole chiave e le informazioni di contesto.
Quando il numero di token supera il limite del modello, questi può dimenticare parti importanti del contesto iniziale, portando a cambiamenti di tono, coerenza e perdita di focus sulle parole chiave.
La tecnica della catena di prompt, dove ogni risposta viene utilizzata come input per il prompt successivo, può amplificare questo problema. Ogni iterazione aggiunge nuovi token, e l’accumulo può facilmente superare la capacità del modello, causando inefficienze e incoerenze.
Per ovviare a questo problema ci sono due strade:
- la prima, utile soprattutto se si utilizzano ChatGPT, Gemini, Copilot o simili strumenti generici, è ricorrere alla segmentazione del testo complessivo in parti più piccole, chiedendo ad esempio all’AI di scrivere l’outline dell’articolo (come sopra), rielaborandolo fino a perfezionarlo, e poi chiedere di preparare la bozza per la sezione 1, la sezione 2, la sezione 3 e così via.
Mettere insieme il tutto, assicurarsi che il tono rimanga coerente, che non ci sia keyword stuffing ma che nemmeno le parole chiave si perdano con l’andare avanti dei prompt, e tutto il resto, è ancora una volta compito dell’umanissimo content writer di turno. - l’altra è utilizzare strumenti di scrittura SEO specifici, che siano stati addestrati proprio per questo compito e quindi siano (si spera) più adatti a performarlo.
Anche la seconda strada non è semplice e non assicura minore necessità di supporto umano, perché le caratteristiche dei Large Language Models che abbiamo visto sopra sono valide per qualsiasi strumento.
Qualcuno può essere più avanzato a un certo momento, ma in breve tempo viene raggiunto dagli altri e il campo competitivo si appiana di nuovo.
Ci sono centinaia di strumenti per la scrittura SEO basati sull’AI disponibili oggi, anzi ormai qualsiasi SEO tool ha integrato un più o meno funzionale ed efficace modello di intelligenza artificiale nei suoi processi.
I migliori strumenti di scrittura SEO con AI disponibili nel 2024
- Jasper.ai: Strumento avanzato per creare contenuti SEO-friendly utilizzando dati di ricerca. Ideale per ottimizzare i contenuti.
- Frase: Analizza contenuti esistenti e suggerisce miglioramenti SEO. Ottimo per creare contenuti basati su domande comuni degli utenti.
- Writesonic: Genera rapidamente copy di alta qualità, inclusi blog post e descrizioni di prodotti. Perfetto per contenuti di marketing.
- SurferSEO: Combina l’ottimizzazione SEO on-page con la creazione di contenuti guidati dai dati. Ideale per analisi SEO dettagliate.
- Copysmith: Ottimizza la creazione di contenuti per e-commerce e marketing. Utilizza AI per creare descrizioni di prodotti e annunci.
- SEOwind: Strumento specializzato nella generazione di articoli e contenuti SEO approfonditi. Ottimo per strategie di content marketing.
- MarketMuse: Fornisce analisi dettagliate e suggerimenti per migliorare la copertura dei contenuti. Perfetto per contenuti long-form.
- INK Editor: Combina AI e SEO per migliorare la leggibilità e l’ottimizzazione dei contenuti. Ottimo per scrivere articoli SEO-friendly.
- ContentBot: Genera contenuti AI per blog e social media. Ideale per creare post coinvolgenti e ottimizzati.
- Writesonic: Strumento versatile per generare copy pubblicitari, blog post e altro. Perfetto per copywriting rapido e creativo.
- Scalenut: Facilita la creazione di contenuti SEO con approfondimenti basati sui dati. Ottimo per ottimizzare blog e articoli.
- Peppertype.ai: Genera idee di contenuti e copy ottimizzati per SEO. Perfetto per campagne di marketing e blog.
- Rytr: AI che aiuta nella creazione di contenuti SEO e copywriting. Ottimo per testi brevi e accattivanti.
5. Utilizzare l’AI per le cose che sa fare veramente bene
Di recente è diventato virale il post di una professionista che ha perfettamente racchiuso qual è il problema con il modo in cui stiamo spingendo l’AI come soluzione a tutto per tutti:

“Il problema è la direzione sbagliata. Voglio che l’intelligenza artificiale faccia le mie lavatrici e i piatti così che io posso occuparmi di arte e scrittura, non che l’AI faccia l’arte e la scrittura così che io faccia lavatrice e piatti”.
Questo è perfettamente in linea con il mio pensiero sulla scrittura SEO, ma soprattutto è proprio quello che ci confermano i risultati degli studi visti a inizio articolo:
Perché dobbiamo insistere a spingere l’AI come la soluzione unica e migliore per scrivere articoli SEO, quando è evidentemente un compito che le persone fanno meglio?
Non sarebbe più efficace e piacevole per tutti se l’AI facesse ciò che sa fare meglio, aiutando gli umani nel compito di scrittura per cui millenni di evoluzione ci ha preparati?
Io la interpreto così, e infatti utilizzo l’AI per i compiti che le riescono incredibilmente bene e semplificano il lavoro a me, tra cui:
- Analizzare e riassumere i competitor:
Una volta bisognava leggere uno per uno i primi 5-10 competitor su diverse keyword per identificare correttamente l’intento di ricerca e le caratteristiche che contribuivano al posizionamento, ora basta una lettura veloce mentre l’AI fa il lavoro sporco di riassumere e analizzare.
- Identificare keyword long tail, LSI e NLP:
L’analisi delle keyword è un compito riservato agli strumenti SEO specifici e non ai modelli AI generalisti, ma anche con ChatGPT o altri strumenti simili è possibile richiedere elenchi infiniti di keyword più tecniche. Ad esempio le LSI (Latent Semantic Indexing), parole e frasi strettamente correlate al significato del termine principale, utilizzate per migliorare la rilevanza e la coerenza semantica dei contenuti; oppure le keyword NLP (Natural Language Processing), che sfruttano le tecniche di elaborazione del linguaggio naturale per comprendere e utilizzare variazioni linguistiche e sinonimi e ottimizzare il contenuto SEO.
- Fare brainstorming di idee di articoli e di cluster di keyword:
In generale l’elaborazione di nuove idee a partire dai nostri input è una delle cose più incredibilmente utili che sanno fare i LLM. È come avere un team di brainstorming sempre a disposizione, mai stanco e felice di aiutarti. Il suo supporto per la content strategy è davvero una manna dal cielo.
- Revisione finale e ottimizzazione del testo:
Perché avere un testo scritto mediocremente dall’AI, da rivedere e rielaborare con lacrime e sangue umani, quando si può scrivere direttamente un testo di alta qualità da far rivedere e ottimizzare all’AI?
Questo è l’ordine delle cose, un po’ come la storia dei piatti e della lavatrice.
Ecco è il modo in cui l’AI scriverà testi SEO davvero efficaci e performanti. L’unico sensato, perlomeno.