7 esempi di oggetti realizzati in upcycling usando cose che avresti buttato
Belli, originali ed economici, sono gli oggetti creati non solo da piccoli artigiani ma anche da grandi brand per soddisfare il nostro bisogno di possesso, in modo sostenibile
21 Febbraio 2018

Da dove arriva l’upcycling
Il primo a parlare di upcycling è stato l’ingegnere meccanico Reiner Pilz in un’intervista per la rivista di architettura e antichità Salvo nel 1994. “Il riciclo io lo chiamo down-cycling” afferma Pilz. “Quello che serve è l’up-cycling, grazie al quale ai vecchi prodotti viene dato un valore maggiore, e non minore” Alla base dello sviluppo dell’upcycling troviamo una maggiore consapevolezza per l’ambiente unita all’attuale congiuntura economica, che va a modificare il comportamento dei consumatori e rende necessario sempre più ottimizzare processi e porre un’attenzione sempre maggiore ai costi. Parallelamente, l’evoluzione della tecnologia ha portato alla rapida diffusione di dispositivi mobile che permettono la condivisione e lo scambio di informazioni.
Upcycling vs. recycling
Sempre più spesso vediamo il concetto di upcycling contrapposto a quello di recycling. Sebbene entrambe le pratiche siano virtuose, a differenza del riciclo, in cui un prodotto viene scomposto ed il materiale viene riportato nel suo ciclo di vita alle proprietà originarie, l’upcycling crea nuovo valore, ricorrendo a un design intelligente che rende il prodotto più interessante sia dal punto di vista economico che estetico ed emotivo. Questo fa sì che vantaggi dell’upcycling rispetto al riciclo, siano diversi:- risparmio energetico: il riciclo richiede spesso grosse quantità di energia, mentre l’energia richiesta per creare un nuovo prodotto è nulla o bassa. Spesso si tratta di processi semplici, artigianali ed economici.
- Non tutto si può riciclare. In alcuni casi, come per esempio per la carta, il prodotto del ciclo finale di recycling risulta più debole e di qualità inferiore del prodotto iniziale.
- Riduzione dei costi delle materie prime e dei costi di produzione.
- Il recycling alimenta la cultura dell’usa e getta, l’upcycling la combatte.

Le aziende che guardano al fenomeno con interesse
L’upcycling è nato come pratica domestica, legata al singolo individuo. Digitando nella rete è facile trovare molti siti che spiegano come trasformare il cestello della lavatrice in un tavolino per il salotto, oppure come creare un divano utilizzando un pallet. Tuttavia, anche molte aziende recentemente hanno abbracciato questa filosofia. Ferrero ed Alessi (storica azienda italiana di design), ad esempio, hanno dato vita al Nutella Clock. Il principio è molto semplice, e proprio per questo geniale: il designer Giulio Iacchetti ha progettato un orologio per Alessi che va ad incastrarsi perfettamente in uno dei contenitori più grandi di Nutella.
Upcycling the ocean: quando la plastica diventa moda
Dare nuova vita ai prodotti può anche servire ad aiutare l’ambiente. Lo sanno bene i ragazzi di Ecoalf, azienda di abbigliamento e accessori fondata da Javier Goyeneche, che aiuta a ripulire gli oceani, trasformando i rifiuti in vestiti con il progetto UTO (upcycling the ocean). La plastica e la spazzatura che vengono raccolte dagli oceani diventano un filato di qualità che servirà poi a creare tessuti e prodotti. Un progetto ambizioso: far nascere qualcosa di bello e di sostenibile dall’incuria e dall’inciviltà. Il progetto ha preso il via nel settembre 2015 sulla costa mediterranea di Levante, in Spagna, per poi espandersi ed essere esportato in Thailandia.
Uptitude, le attrezzature da sci che diventano occhiali
Tra gli oggetti che possono avere una nuova, sorprendete, vita ci sono anche le attrezzature da sci. Uptitude, una piccola startup che ha lanciato la sua idea su Eppela, è in grado di trasformare snowboard, e persino sci, in occhiali da sole. Ogni pezzo, oltre che ecosostenibile, è anche unico. Non esistono infatti due paia di occhiali identici.
Pretty Plastic Plan, nuova vita ai rifiuti
Anche nell’edilizia e nel campo delle costruzioni l’upcycling può fare la differenza. Reinder Bakker e Hester van Dijk di Overtreders W thought insieme a Bureau SLA hanno realizzato Pretty Plastic Plant, un progetto che trasforma rifiuti in materiali da costruzione attraverso uno strumento per il riciclo della plastica.La macchina progettata dal duo olandese lava, macina e pressofonde i rifiuti di plastica, trasformandoli in prodotti unici ed eccezionali, come le piastrelle esagonali multicolore che sono state utilizzate per costruire il People’s Pavilion temporaneo in occasione della Design Week olandese del 2017.
Clever caps e i tappi compatibili con Lego
Fare upcycling può essere anche divertente. Ne sa qualcosa Clever caps, un’azienda brasiliana che produce tappi per bottigliette compatibili con i Lego. I loro prodotti hanno quindi una doppia vita: nella prima sono comuni tappi per bottiglia, nella seconda divertenti mattoncini colorati. LEGGI ANCHE: In Norvegia l’hotel del futuro: un anello di legno sull’acqua (che consumerà l’85% di energia in meno)Sea Chair by Studio Swine
Da sempre impegnati a stupire il pubblico, Studio Swine ha realizzato Sea Chair, uno sgabello realizzato con i residui di plastica che i pescatori trovano al ritorno dal porto. Questo progetto è stato inoltre sviluppato in collaborazione con gli stessi pescatori e con artigiani locali.Print your city: i rifiuti diventano arredi urbani
Lo studio di Rotterman The New Raw, insieme a Aectual e con il supporto della TU Del e dell’AEB, ha dato vita al progetto Print Your City: i rifiuti di plastica, grazie alla stampa 3D, diventano arredi urbani. Tra i primi prototipi realizzati c’è xxx Bench, una panchina che può ospitare fino a quattro persone, stampata tridimensionalmente utilizzando materiali di recupero, commissionata dal Comune di Amsterdam. 50 kg di peso, 150 cm di lunghezza e 80 cm di larghezza, questa panchina è completamente riciclabile ed è stata prodotta con una stampante 3D a estrusioni di pellet su larga scala.
Interface e Bureo: la nuova vita delle reti da pesca
Le reti da pesca abbandonate in mare costituiscono un grosso problema, sia per l’inquinamento che per la fauna marina. Interface e Bureo si occupano di recuperarle e di dare loro nuova vita. Interface opera nelle Filippine, dove insieme a NetEffect trasforma le vecchie reti dei pescatori in tappeti di design di alta gamma, mentre Bureo, in California, le trasforma in skateboard a forma di pesce.