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  • Questa band ha più di 600.000 ascoltatori su Spotify ma (forse) è stata creata con l’AI

    2 Luglio 2025

    In meno di un mese, la band Velvet Sundown ha superato i 600.000 ascoltatori mensili su Spotify.

    Un risultato sorprendente, considerando che non esistono apparizioni live, interviste o altre tracce della loro esistenza al di fuori delle piattaforme digitali.

    Il dubbio è diventato virale: chi sono i Velvet Sundown e perché sono sospetti?

    Una biografia affascinante… ma troppo perfetta per essere vera

    La loro pagina ufficiale su Spotify descrive il gruppo come un quartetto psichedelico composto da Gabe Farrow, Lennie West, Milo Rains e Orion ‘Rio’ Del Mar.

    Il genere? “Cinematic alt-pop e dreamy analogue soul”.

    Ma dietro questa descrizione evocativa, c’è poco o nulla: nessuna presenza sui media, nessun video live, e immagini che, secondo Reddit, sembrano create con software di generazione AI.

    Velvet Sundown e le prove di musica generata con AI

    Il sospetto che si tratti di una fake band AI è rafforzato da una descrizione su Deezer: “Alcune tracce di questo album potrebbero essere state create utilizzando l’intelligenza artificiale”.

    Inoltre, il presunto endorsement di Billboard, “la memoria di qualcosa che non hai mai vissuto”, non risulta in alcun archivio del magazine.

    Un indizio importante nel dibattito su come riconoscere musica generata da AI.

    Spotify, Deezer e l’AI nella produzione musicale

    Spotify consente canzoni create da AI senza obbligo di segnalazione, mentre Deezer sta lavorando a una tecnologia per identificare pubblicamente i brani creati artificialmente.

    Secondo la stessa piattaforma, ogni giorno vengono caricati 10.000 brani generati da intelligenza artificiale, pari al 10% delle nuove uscite e rende la questione relativa alle band create con intelligenza artificiale su Spotify sempre più urgente.

    LEGGI ANCHE: Il mercato globale dell’AI in sanità crescerà del 972% entro il 2033

    L’impatto dell’AI sul reddito dei musicisti

    Un recente studio ha lanciato un allarme concreto: nei prossimi quattro anni, i lavoratori dell’industria musicale potrebbero perdere fino al 25% del loro reddito a causa dell’intelligenza artificiale.

    L’attuale mercato della generative AI vale 3 miliardi di euro, ma potrebbe crescere fino a 64 miliardi entro il 2028, ridefinendo le regole del settore.

    Le reazioni degli artisti e le polemiche sulle band generate da intelligenza artificiale

    Numerosi artisti hanno espresso preoccupazione: Nick Cave ha definito l’uso dell’AI “inquietante e umiliante per i creativi”.

    Elton John, Coldplay, Dua Lipa, Florence Welch e Paul McCartney, tra gli altri, hanno chiesto al governo britannico di aggiornare le leggi sul copyright per tutelare i musicisti reali dai rischi dei deepfake musicali.

    LEGGI ANCHE: L’addestramento AI non viola il copyright: sentenza storica a favore di Meta

    Velvet Sundown è solo l’inizio di una nuova ondata di musica artificiale?

    Il caso Velvet Sundown potrebbe rappresentare solo la punta dell’iceberg.

    Con l’aumento di album generati da intelligenza artificiale e di artisti virtuali sui servizi di streaming, ci si chiede se l’ascoltatore medio sarà in grado di distinguere un essere umano da un algoritmo. Il rischio è che la musica, più che evolversi, venga “sostituita”.

    Come l’AI sta cambiando l’industria musicale

    Il caso dei Velvet Sundown evidenzia le zone grigie del presente e del futuro dell’industria musicale. Da un lato, strumenti AI sempre più potenti permettono di creare suoni affascinanti con pochi click.

    Dall’altro, si aprono dibattiti su trasparenza, diritti, originalità e l’impatto dell’AI sul reddito dei musicisti.

    La domanda è: vogliamo sapere se la canzone che ascoltiamo è stata composta da un robot?

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    #AI