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Non siamo soli: c’è vita su una delle lune di Giove. Cosa dicono gli scienziati
Su Europa, uno dei satelliti naturali più grandi di Giove, ci sarebbero le condizioni per la presenza di una forma di vita batterica
5 Marzo 2018

Perché stiamo parlando di questo, ovvero: le basi della ricerca
Alcuni microrganismi come i batteri, ad esempio, utilizzano l’energia nucleare per vivere, anziché l’esposizione diretta alla luce solare. Il Desulforudis audaxviator, per esempio, è un batterio molto particolare che vive nell’oscurità totale, ad una profondità che va tra 1,5 e 3 chilometri sotto terra. A questa distanza dalla superficie terrestre riesce a mantenersi in vita in un luogo privo di luce solare, ossigeno e composti organici (come il metano) da separare per produrre energia. Ciò che gli permette di vivere è, invece, la leggera radiazione proveniente dal dall’uranio presente nelle rocce circostanti. Questo distrugge le molecole dell’acqua e produce radicali liberi, che depositandosi sulle rocce attaccano la pirite, producendo solfato. Quest’ultimo è l’elemento principale utilizzato dai batteri per sintetizzare l’adenosina trifosfato (ATP), uno dei reagenti necessari per la sintesi del RNA e quindi per l’esistenza della vita.
L’ipotesi di vita aliena su Europa
Secondo i ricercatori dell’Università di San Paolo – con uno studio i cui risultati sono stati pubblicati su Scientific Reports –, il batterio , individuato nelle profondità di una miniera in Sudafrica, potrebbe fornire un eccezionale modello per la vita extraterrestre e in particolare per la vita su Europa, la luna oceanica ghiacciata di Giove. “Abbiamo studiato i possibili effetti di una fonte di energia biologicamente utilizzabile su Europa sulla base di informazioni ottenute da un ambiente analogo sulla Terra”, ha detto il direttore dello studio Douglas Galante all’agenzia di stampa brasiliana FAPESP. Le attuali ipotesi suggeriscono che la vita su Europa potrebbe assomigliare a quella che si trova nelle profondità degli oceani della Terra, in grado di sfruttare l’energia chimica e termica che si trova negli abissi marini. Si tratterebbe in pratica di una forma di energia idrotermale. Questo meccanismo di sopravvivenza, completamente distinto da quello di molte specie viventi terrestri, tuttavia, potrebbe segnare una evidente difficoltà per queste forme di vita nell’adattamento ad habitat e condizioni differenti. LEGGI ANCHE: Scoperto il gene dell’immortalità, che permette alle cellule umane di rigenerarsi